Sostiene che la pace sia solo un intervallo tra due guerre, e inizia il suo mandato in modo eclatante, conquistanto con i forti di Liege, unici baluardi rimasti ad arginare l’avanzata tedesca secondo le direttive del Piano Schlieffen.
Si trasferisce poi sul Fronte Orientale al servizio di Paul Von Hindenbrug, contribuendo direttamente alle clamorose vittorie di Tannenberg (1914) e dei Laghi Masuri (1915). Da questo momento in poi si lega inscindibilmente a Hindenburg, seguendolo poi sul Fronte Occidentale dopo il fallimento di dell’offensiva di Verdun e il relativo siluramento di Eric von Falkenhayn.
Insieme a Hindenburg, partecipa al “Terzo Consiglio Supremo”, strappando il potere al Reichstag e soggiogando lo stesso Kaiser al pensiero incontrastato dei militari. Conduce la guerra in modo spietato ed irresponsabile, dipingendo con tinte ancor piu' cupe l’ideale espansionistico e totalitario della Germania.
Ludendorff e’ la vera “eminence grise”: l’unico direttore d’orchestra che, da dietro le quinte tuttavia, dirige lo sforzo bellico tedesco sfruttando l’estrema popolarita’ di Hindenburg che ufficialmente lo rappresenta agli occhi della Germania. In seguito all’offensiva navale illimitata lanciata dai sottomarini tedeschi, Ludendorff, che ne e’ il principale ideatore e sostenitore, si attira anche l’odio degli Stati Uniti d’America.
Fa di tutto per eliminare chi parla di pace anticipata, mentre le speranze di una vittoria tedesca son sempre piu’ vane; dopo il fallimento dell’ultima disperata offensiva della primavera del 1918, restituisce il poter al Reichstag e si estranea totalmente dai colloqui di pace e di armistizio, attribuendo la cause del suo insuccesso alla Sinistra tedesca e a tutti i moderati che avrebbero, di contro, potuto evitare la clamorosa deblacle della Nazione.