APPROFONDIMENTI
PROPAGANDA E VOLANTINI DI GUERRA
"Uccidere un uomo è cosa da poco, uccidere un'opinione produce effetti più duraturi . Uno dei grandi progressi di questo secolo è stato senza dubbio il graduale passaggio dalla guerra convenzionale alla guerra con i media, cioè alla disinformazione. In confronto a quanto avvenne in seguito, Hitler stesso era un ottimista quando scrisse: "Il ruolo di sbarramento che svolge l'artiglierianella preparazione dell'attacco della fanteria in futuro sarà assunto dalla propaganda rivoluzionaria."
Dal dopoguerra in poi le truppe (la forza vendita) sarebbero entrate in azione per oltre quarant'anni. Poi, verso la fine degli anni '90, sarebbero state sostituite completamente, definitivamente, dai media. E così, contrariamente a quella profezia, anche l'attacco finale sarebbe stato sferrato attraverso i media" (Bruno Ballardini, "La disinformazione in 10 lezioni" - dal "Manuale di disinformazione", Ed . Castelvecchi 1995)
Grande rilevanza fu data nel corso del Primo Conflitto Mondiale alla propaganda. Da un lato si può parlare di una primordiale forma di promozione tesa a raccogliere consensi tra le masse di cittadini (questo almeno per quanto riguarda le sottoscrizioni ai Prestiti Nazionali), a non collaborare in qualsivoglia maniera col “nemico sempre pronto a sfruttare chi tradisce””, o nell’esortazione di aiutare i soldati al fronte con l’invio di pacchi contenenti generi di consumo e vestiario; tuttavia ben ad altre mire di proselitismo puntavano i volantini lanciati dagli aerei. Il volo su Vienna di D’Annunzio in data 9 agosto 1918 non puntava a far vittime tra i civili austriaci, bensì a raccogliere consensi tra la popolazione stremata dalla guerra. Furono lanciati 40.000 volantini con un testo composto da D’Annunzio stesso, e altri 350.000 con testo in lingua tedesca. L’invito alla resa era evidente: “Sul vento di vittoria che si leva dai fiumi di libertà, non siamo venuti se non per la gioia dell’arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quello che potremo fare e osare quando vorremo, nell’ora che sceglieremo. Il rombo della giovane ala italiana non assomiglia a quello del bronzo funebre, nel cielo mattutino. Tuttavia la lieta audacia sospende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o Viennesi. Viva l’Italia!” Per inviare messaggi in territorio occupato si escogitò pure lo stratagemma del lancio di proiettili d’artiglieria. Granate e bombarde svuotate del contenuto esplosivo diventarono involucri per centinaia di manifestini da far piovere appena oltre la terra di nessuno o in mezzo ai paesi in mano al nemico. L’invito alla diserzione era l’esortazione specifica di questa propaganda.
Tra i documenti conservati da Giovanni Cancellier (Croce di Piave) e gentilmente concessi in visione alla nostra redazione, vi sono alcune copie di volantini che invitavano i soldati Jugoslavi, Cecosolovacchi e Polacchi a non combattere contro gli italiani. Una vera e propria battaglia psicologica, una guerra di nervi tra gente che aveva in proprio motivi di contrasto con gli austro ungarici. Molta di questa propaganda si intensificò nel periodo compreso tra la disfatta di Caporetto (novembre 1917) e la "Battaglia del Solstizio" (giugno 1918). I fogli avevano toni piuttosto simili tra loro:
“Jugoslavi: Croati, Sloveni, Serbi Il Comitato Jugoslavo Vi manda un fraterno caldo saluto.Siamo figli del nostro popolo con tre nomi. Nel nostro comitato ci sono Croati, Serbi e Sloveni venuti da tutte le regioni che gemono sotto il giogo dei tedeschi e degli Ungheresi. Noi lavoriamo per liberare e unire il nostro popolo in un stato libero. Ecco cosa abbiamo fatto in questi giorni. Dall'8 al 10 aprile ( 1918 ? ) si è tenuta a Roma l'assemblea per la liberazione dei popoli oppressi sotto l'impero Austro Ungarico. (Retro) Li eravamo noi Serbi, Croati , Sloveni, fratelli, un sangue, dita di una mano, con noi c'erano anche Cechi, Polacchi e Rumeni, c'erano rappresentanti dei nostri grandi alleati: America, Italia, Inghilterra e FranciaAbbiamo deciso e proclamato all'unanimità la liberazione e l'indipendenza dei nostri popoli oppressi: l'indipendenza della Jugoslavia la libera patria dei fratelli con lo stesso sangue Croati, Serbi , Sloveni. Cari fratelli, sappiate questo e riflettete. Il nostro cuore è pieno di tristezza pensando a Voi. "
Il presidente: Dottor ANTE TRUMBIC” |
Altri volantini di guerra
“ L'ARMATA CECO-SLOVACCA, LA QUALE SI E’ FORMATA IN FRANCIA, COMPOSTA DA CECHI DI TUTTO IL MONDO, (è?) ARRIVATA IN ITALIA PER COMBATTERE CONTRO GLI AUSTRIACI. SOLDATI CECHI! NON SPARATE CONTRO I VOSTRI FRATELLI I QUALI COMBATTONO PER LA LIBERTA' DELLA CECCHIA.” |
“A tutti i soldati austro ungarici La grande offensiva austro tedesca in Francia è fallita. L'avanzata dei tedeschi è stata poi fermata dalla prodezza dei Francesi e degli Inglesi. Cinquecentomila (soldati ) tedeschi ed austriaci sono caduti sui campi di battaglia vittime della sfrenata ambizione ("fuori moda") dell'imperatore tedesco. Il massacro continua e l'Imperatore chiama altre divisioni austriache per mandarle a morte. In Boemia e Moravia, Croazia ed in Bosnia c'è la rivoluzione e si allarga. A Gracac, Lupac, Udbina è stato dichiarato lo stato di assedio. In tutto l'impero regna la miseria, le razioni di farina sono state nuovamente ridotte ed il popolo muore di fame” |
"Soldati Austro ungheresi Non sperate (credete) che la guerra finirà presto. La guerra durerà un anno, due o dieci anni finché i tedeschi non saranno cacciati fuori dai paesi che hanno occupato e devastato, fino a quando tutti i paesi saranno liberi dalla schiavitù tedesca. Noi non facciamo la guerra (= combattiamo) per prendere le vostre terre, noi combattiamo per liberare i nostri fratelli di Trieste e Trento. Voi, al contrario di noi, vi fate uccidere non per una causa nobile, ma solo per conservare alla Germania città italiane che ha occupato.Soldati Romeni, Cechi, Polacchi, Sloveni, Croati e Serbi pensate (ricordatevi) che anche le Vostre città sono sotto i (sono occupate dai ) tiranni tedeschi. Lasciate (buttate via) le armi che vi hanno messo in mano il Vostri padroni tedeschi per legare i paesi liberi con nuove catene Buttate giù (via) le armi e venite con noi se volete che la guerra finisca, se volete ritornare liberi a casa (nei vostri paesi ) liberati dai conquistatori tedeschi. Se non fate questo, la guerra durerà un anno, due, dieci anni e voi perderete il sangue e la vita per una causa ingiusta. Nei vostri paesi regna la carestia: gli anziani e bambini muoiono di fame e sofferenze . A Vienna, Praga, Graz, Mahr-Ostrava, Bruno, Vitcovice, Cracovia in tutte le città più grandi il popolo si ribella protesta contro la violenza e la fame e il vostro padrone tedesco spegne la rivolta (=rivoluzione) nel sangue con le armi. Buttate giù le armi, soldati Rumeni, Cechi, Polacchi, Sloveni, Serbi e Croati . Non sparate neppure una pallottola conto gli Italiani i quali lottano per la libertà ed i diritti di tutti i popoli. " |
(si ringrazia il Sig. Giovanni Cancellier di Croce di Piave)
G.D.F..
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