Artemia Edizioni, in collaborazione con la Città di Giulianova, l’Istituto Nazionale per la Guardia D’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, la Sezione Abruzzi Gruppo Alpini di Teramo, l’Associazione Teramo Nostra, Radio G Giulianova e L & L Comunicazione, ha realizzato un pregnante scrigno di ricordi e testimonianze insindibilmente legate alla memoria storica nazionale e personale della Grande Guerra.
Il 9 giugno del 1915, dopo solo 17 giorni dall’entrata in guerra dell’Italia contro l’Impero Austro-Ungarico, a soli 26anni, perdeva la vita Giovanni Marchionni, il primo caduto giuliese della Prima Guerra Mondiale.
Il giornalista Walter De Berardinis, coautore con Sandro Galantini della ristampa del libro di Francesco Manocchia “Quando c’era la guerra”, ha ricordato la sua figura attribuendo alla sua memoria una pergamena, frutto delle ricerche pubblicate sul libro, con la seguente frase: “…in occasione dell’88ma adunata degli Alpini a l’Aquila e del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, ricordiamo il caduto Giovanni Marchionni, per aver sacrificato la propria vita per la Patria nel pieno della sua giovinezza. Giulianova intera non dimentica. Questa pergamena resterà come testimonianza da tramandare da Padre in Figlio per perpetuare la sua memoria”.
Gli scritti adunati in questo volume e meditatamente estrapolati da una produzione magari non foltissima ma pure densa, specificamente “Quando c'era la guerra” e “I salmi della patria”, se da un lato recuperano dalle lontane province della memoria, in occasione del centenario dal coinvolgimento dell’Italia nel conflitto bellico, alcune testimonianze letterarie occasionate dalla Prima guerra mondiale e che pure - come si vedrà - incontrarono l’apprezzamento di giornalisti, critici e letterati molto noti e riveriti (da Luigi Pirandello a Fausto Maria Martini, da Adriano Tilgher a Tomaso Monicelli a Dina Provenzal), dall’altro lato ripropongono all'attenzione, com’è giusto che sia, la figura, le opere e l’appassionato lavoro di Francesco Manocchia, che di quegli scritti fu l’autore. (Sandra Galantini)
Ristampare oggi questi “Salmi della Patria”, del pubblicista Francesco Manocchia, sempre freschi, sempre belli, significa compiere un’opera d’animo, riconoscere e richiamare per nome i nostri morti, i quali ci attendono in piedi per farci rivedere nei loro sguardi fieri le vive e sublimi faville di tutte le battaglie combattute. Il volume è impreziosito dai disegni del vignettista Vladimiro Di Stefano. |