La partecipazione delle masse alla vita politica nazionale, così come in tutti i paesi belligeranti, portò a radicali cambiamenti anche tra la classe politica anglosassone, risaputamente elitaria e con tradizioni localistiche.
Nel 1917, venne organizzata dal Parlamento britannico una speciale conferenza ( Speaker's Conference ) per la formulazione di una nuova legge elettorale che sapesse interpretare le nuove esigenze di partecipazione alla vita politica. Sia i conservatori sia i laburisti, sebbene con vedute diverse, erano concordi nel considerare un nuovo allargamento dell'elettorato. I conservatori, in particolare, ritenevano proficuo un nuovo ritaglio dei collegi urbani che comprendesse anche le zone periferiche, dove alto era stato il tasso di arruolamento nelle forze armate e quindi, si presupponeva, doveva corrispondere un certo patriottismo.
I laburisti, dal canto loro, speravano che la popolazione riconoscesse il loro lungo impegno per la democrazia. L'approvazione della nuova legge avvenne perciò molto rapidamente. Molte furono le novità presentate agli elettori poco prima del voto del dicembre 1918. A tutti gli uomini, indistintamente, era riconosciuto il diritto di voto, ed anche le donne, entro certi limiti, ottennero un primo riconoscimento generalizzato: potevano votare tutte quelle che avevano più di trent'anni, in possesso di un diritto amministrativo personale derivante da proprietà o discendenza o che erano mogli di un uomo con diritto riconosciuto. Anche il diritto al voto plurimo venne rivisto e fortemente limitato a specifici casi, ed ora, ogni elettore non poteva superare i due voti sul territorio nazionale. Alle elezioni governative del dicembre 1918 ( Coupon election ) ebbe la meglio la coalizione conservatrice. Lo scenario partitico Britannico era comunque profondamente cambiato.
Sinn Fein |
73 seggi |
Partito Irlandese |
7 seggi |
|
Coalizione Conservatrice |
|
|
Liberali (Lloyd George) |
136 seggi |
Liberali (Asquith) |
26 seggi |
Conservatori (Bonar Law) |
338 seggi |
|
I risultati elettorali ci mostrano un paese insolitamente frammentato. Per la prima volta in Gran Bretagna era al governo una coalizione eletta. Anche il partito irlandese si era trasformato. Il Sinn Fein prendeva il posto del vecchio partito tradizionale, che conservava solo 7 seggi; i liberali, con il loro nuovo programma, risultavano essere sempre più vicini al conservatorismo. Ma il partito che subì i più profondi cambiamenti fu quello laburista. La sua sconfitta elettorale, ma ancor di più la maggiore influenza dei sindacati al suo interno, corrisposero ad un radicale ripensamento organizzativo. Il nuovo Statuto prevedeva, infatti, un'amministrazione di tipo verticistico, al contrario della tradizionale visione periferica fino a quel momento sostenuta dal notabilato elettivo. Alla guida del partito era il Comitato Esecutivo Nazionale, composto da 20 membri eletti dal Congresso nazionale: 11 sindacalisti, 5 dirigenti di partito e 4 donne elette tra i comitati femminili. Il General scheme, approvato l'anno seguente, rivedeva anche l'organizzazione regionale, affidando compiti subordinati ai centri di potere periferici. Il partito Laburista si preparava ad essere un partito di massa, sulla stregua di quanto avevano fatto da tempo gli altri partiti socialisti in Europa. Il nuovo Statuto non aveva dimenticato una nota dal richiamo rivoluzionario, la clausola 4, che prometteva ai lavoratori la collettivizzazione dei mezzi di produzione. Il laburismo britannico, comunque, non assumerà mai dei connotati apertamente rivoluzionari.
Note:
1) Il nome deriva da una definizione data da Asquith alle lettere inviate da Bonar Law e Lloyde George ai candidati della coalizione conservatrice poco prima delle elezioni come accredito del diritto a presentarsi come rappresentanti della coalizione. Il Coupon era anche il buono pasto dato ai soldati nelle trincee durante la guerra.