L’embargo è da secoli parte integrante di moltissime strategie di guerra. Nel Diritto internazionale, Embargo (dallo spagnolo embargar, detenere) è l'ordine dato ad una nave mercantile di non salpare (o di non attraccare) dal porto dello stato in cui si trova.
In senso più ampio, per embargo si intende il blocco degli scambi commerciali deciso da uno o più paesi nei confronti di un paese terzo, solitamente per motivi politici o economici. Nonostante le differenti tipologie di applicazione, il comune denominatore di questa strategia d’offesa indiretta e preventiva è quello di isolare il piu’ possibile il Paese(i) della fazione avversaria, strangolandone l’economia e riducendone drasticamente le risorse derivanti dagli scambi commerciali con il resto del mondo. Un vero e proprio assedio su larga scala, che impedisce gli indispensabili rifornimenti e approvvigionamenti che, nel nostro caso, permettono di sostenere e proseguire qualsiasi tipo di sforzo bellico.
L’embargo che Inghilterra e Francia imposero alla Germania Guglielmina sin dall’inizio della Grande Guerra, puo’ essere considerato come lo strumento di offesa probabilmente piu’ efficace per far si’ che l’esercito del Kaiser venisse inesorabilmente costretto alla capitolazione.
In seguito a tale strategia d’assedio operata dall’Intesa, la Germania dovette amministrare con infinita parsimonia le proprie risorse interne, nonchè cercare comunque di rifornire lo sforzo bellico dei suoi alleati, analogamente stretti nella morsa dell’embargo. La drammatica e costante mancanza di cibo, che raggiunse il suo insostenibile apice nel 1918, costrinse infine la Germania alla resa incondizionata.
I PRODROMI DELL'EMBARGO
L’inizio del 20esimo secolo vide la Germania imporsi come unico e diretto concorrente della supremazia navale inglese. Infatti, in seguito ad un’importante produzione industriale, iniziata sul finire del secolo precedente, la marina militare e commerciale teutonica poteva vantare crescenti potenzialita’ da sempre ad esclusivo appannaggio del Regno Unito. Quest’ultimo dal canto suo aveva iniziato a trascurare sensibilmente l’importanza della propria flotta, impegnato com’era in un pacifico, ma aggressivo sforzo espansionistico coloniale su terra ferma.
I piani di possibile blocco navale ai danni di un paese aggressore erano comunque gia’ stati realizzati da Inghilterra e Francia tra il 1911 e il 1913: quando iniziarono a tuonare quei tragici cannoni “d’agosto”, nel 1914, le rotte commerciali tedesche furono immediatamente bloccate dallo sforzo congiunto dei due principali Paesi dell’Intesa.
Un proclama reale britannico sanci’ il diritto incontrastato di impedire alla Germania qualsiasi scambio, commercio o contrabbando di ogni genere di merce, inclusi armi, proiettili, esplosivi equipaggiamenti bellici.
Per aumentare l’efficacia dell’embargo, l’Intesa ordino’ alle nazioni neutrali (Olanda, Islanda, Svezia, Norvegia e Spagna) di controllare minuziosamente i propri scambi commerciali, al fine di verificare la legittimita’ di ogni singola transazione. Associazioni commerciali private e numerosi enti governativi vennero pertanto istituiti a questo scopo. Il cambiamento dell’economia tedesca Per comprendere gli effetti dell’embargo subiti dalla Germania bisogna analizzare brevemente l’economia pre-bellica di quest’ultima.
Durante il ventennio precedente agli accadimenti di Sarajevo, si era assistito ad un’esplosione demografica tedesca, che registrava una popolazione di circa 70 milioni. Lo sviluppo industriale si era analogamente incrementato, imponendo un radicale cambiamento economico al Paese.
La Germania non poteva piu’ basarsi sulla propria agricoltura per soddisfare i crescenti bisogni della popolazione: si rese dunque necessaria l’importazione di grano, alimenti e bestiame dall’estero, su cui si appoggio’ circa il 70% del fabbisogno nazionale. Si cerco’ comunque di salvaguardare l’agricoltura tedesca, soprattutto di fronte alla notevole competitivita’ statunitense, implementando calmieri ed agevolazioni fiscali, cosi’ come ogni nuovo ritrovato tecnologico che ne potesse migliorare e incrementare la produzione.
La produzione di grano raddoppio’, ma la Germania si trovo’ ad ogni modo costretta ad importarne grandi quantita’ dagli Stati Uniti. Inoltre, gran parte dell’esplosione demografica si verifico’ a vantaggio dei grandi centri urbani e a scapito delle zone rurali dove lo sforzo agricolo venne conseguentemente penalizzato.
In sostanza, nel 1914 l’industria tedesca prese il posto dell’agricoltura e gli effetti di tale radicale mutamento economico non tardarono a manifestarsi non appena fu chiaro che la guerra non sarebbe certo finita entro pochi mesi, subito dopo il fallimento del Piano Schlieffen.
Gli effetti principali dell’embargo sancito dall’Intesa furono proprio quelli della mancanza di cibo per la popolazione e le truppe di una nazione altrimenti perfettamente in grado di sopperire autonomamente al proprio fabbisogno bellico, in termine di armi, munizioni e rifornimenti.
L'INIZIO DEL CONFLITTO
Nel 1914 il potenziale bellico tedesco era indiscutibilmente primo nel mondo e su di esso la Germania fece particolare affidamento per concretizzare il piano di invasione di Belgio e Francia, lasciatole in eredita’ sin dal 1906 da Alfred Graf von Schlieffen, precedente capo di stato maggiore a cui subentro’ Helmuth von Moltke.
L’iniziale inarrestabile avanzata degli ultimi mesi del 1914 testimonio’ perfettamente la supremazia incontrastata della macchina da guerra tedesca – tuttavia le mancava un importantissimo ingranaggio: il controllo e il dominio assoluto dei mari e delle relative rotte commerciali. Su tale lacuna si sviluppo’ immediatamente l’embargo dell’Intesa, anche se inizialmente la Germania riusci’ in parte a mantenere rapporti commerciali con il resto del mondo (soprattutto grazie all’astuto permissivismo britannico, desideroso di far indebitare il nemico oltremodo, gettando le basi per una inevitabile crisi economica e finanziaria interna).
Si calcola che circa il 70% delle risorse tedesche fosse, fino ad allora, di importazione, contro un modesto 50% nelle esportazioni.
Nonostante i modesti risultati ottenuti nei primi mesi di embargo, la Germania e i suoi alleati dovettero presto costituire un nuovo tipo di economia centralizzata, di tipo autarchico, per ottimizzare la gestione delle risorse comuni.
Queste ultime vennero modestamente incrementate in seguito alla conquista dell’Ucraina (produttrice di grano) e della Romania (ricca di petrolio), ma si rivelarono ben presto altamente insufficienti per prolungare efficacemente lo sforzo bellico. La Germania dell’inizio secolo dipendeva dai fornitori stranieri per almeno un terzo del fabbisogno nazionale di alimenti. Quando le numerose riserve nazionali di grano si esaurirono, dopo i primi due anni di guerra, gran parte degli effetti dell’embargo furono immediatamente risentiti soprattutto dalla popolazione civile. che fu costretta ad una dieta di pane e patate. I soldati dovevano mangiare meglio per poter continuare a combattere efficacemente.
Proseguire la guerra attraverso una saggia ed attenta amministrazione delle sole riserve rimaste costitui’ la piu’ grande sfida che Guglielmo II dovette affrontare. Mentre per l’Intesa si aprivano gli illimitati orizzonti di credito statunitensi, sulla Germania incombeva sempre piu’ lo spettro della carestia. La Germania continuo’ allora a intrattenere rapporti commerciali con la Danimarca, i Paesi Bassi e la Svizzera, ma la marina militare inglese si assicuro’ che nessun tipo di merce potesse transitare da e per altre Nazioni neutrali.
I navigli di Giorgio V bloccarono efficacemente ogni rotta commerciale nel Canale della Manica, cosi’ come nel Mare del Nord, isolando in questo modo ogni porto tedesco.
Esportazioni tedesche verso l'estero
|
1913 |
1914 |
1915 |
USA (Dollari) |
188.963.071 |
189.919.136 |
91.372.710 |
SPAGNA (Pesos) |
185.370.000 |
108.124.000 |
20.995.000 |
ARGENTINA |
n.d. |
322.530.000 |
305.488.000 |
BRASILE (Sterline) |
11.737.000 |
5.719.000 |
458.000 |
CHILE (Pesos) |
81.035.995 |
70.930.879 |
9.818.052 |
PARAGUAY (Pesos) |
2.243.924 |
1.398.002 |
166.669 |
URUGUAY (Pesos) |
7.811.135 |
3.175.809 |
749.375 |
GIAPPONE (Yen) |
68.394.798 |
44.922.005 |
5.919.464 |
CINA (Tael) |
28.302.403 |
16.696.945 |
160.458 |
LA GUERRA DI LOGORAMENTO E LA REAZIONE TEDESCA
Vediamo sicuramente emergere nell’embargo anglo-francese una delle componenti chiave della cosiddetta guerra di logoramento, cosi’ come fu quasi subito intesa e combattuta l’intera compagna del 1914-1918.
Una volta impantanati nelle trincee di mezza Europa, all’Intesa sarebbe bastato resistere, fino allo sfinimento del popolo tedesco. Questo tipo di resistenza ad oltranza venne purtroppo mal interpretato e, peggio ancora, sanguinosamente messo in pratica da quasi tutti i generali dell’Intesa: all’ordine di resistere aggiunsero quello tassativo di non arretrare, neanche di un palmo, provocando cosi’ moltissime inutili stragi.
Quel che è peggio è che Inghilterra e Italia (rispettivamente fino all’arrivo degli Americani e alla disfatta di Caporetto) pretesero anche di continuare ad attaccare, credendo testardamente e rovinosamente in una serie di offensive che potessero accelerare il processo di sfinimento della Germania e dell’Austria-Ungheria.
Gia’ all’inizio del 1915 la Germania si rese conto di non avere altra scelta se non quella di contrastare militarmentel le soffocanti restrizioni economiche imposte dall’Intesa.
Reduce dalla bruciante sconfitta navale a Heligoland, il Kaiser decise di ascoltare i consigli dell’ammiraglio von Tirpitz e di lanciare la propria flotta di sottomarini contro le “sentinelle dei mari” dell’Intesa. Il 4 febbraio venne dichiarato, per la prima volta nella storia, questo nuovo tipo di guerra navale.
Gli inglesi non si fecero tuttavia intimorire e rafforzarono controlli e blocchi navali. Appare sicuramente ironico che con l’impiego dei temuti Untersee-Boat (U-Boat) i tedeschi provocassero direttamente una recrudescenza dello stesso embargo che li avrebbe poi costretti ad una bruciante sconfitta. Fra l’altro, la flotta sottomarina di von Tirpitz fu sopravvalutata, almeno inizialmente, in quanto composta da soli 27 sommergibili adatti perlopiu’ a semplici pattugliamenti a corto raggio e non certo in grado di affrontare la dura caccia in mare aperto.
Tuttavia lo stato maggiore tedesco si affanno’ a cercare almeno qualche clamoroso affondamento per cercare di allentare la morsa dell’embargo nemico, spaventando non solo la marina degli avversari, ma soprattutto quella dei paesi neutrali, comunque schierati a fianco dell’Intesa.
Parlando in cifre basti pensare che sul finire del febbraio 1915 gli U-Boat del Kaiser erano riusciti ad affondare solo 28 cargo britannici, contro i circa 5.000 che continuarono a transitare indisturbati.
Con il procedere della guerra la Germania decise comunque di investire anche nello sviluppo dell’arma sottomarina e ben presto si raggiunsero affondamenti pari a mezzo milione di tonnellate al mese, che fecero rischiare una pericoloso effetto “boomerang” dell’embargo ai danni della stessa Inghilterra.
Di contro, sul finire del 1916, l’Intesa fu in grado di intercettare circa 135 cargo alla settimana di tutti quelli diretti in Germania, bilanciando cosi’ le proprie perdite per affondamento da parte dei sottomarini nemici.
In seguito a questa irritante stabilizzazione anche del fronte navale, la Germania si decise ad impiegare indiscriminatamente i propri mezzi d’offesa sottomarini, provocando l’indignazione dell’opinione pubblica internazionale.
Fino al gennaio del 1917 infatti, prima si faceva evacuare l’intero equipaggio di una nave inquadrata nel mirino degli U-Boat, poi si lanciavano i siluri – dal mese successivo la situazione si capovolse completamente: si sparava subito, affondando qualsiasi genere di nave ritenuta sospetta o nemica. Nuovamente la Germania si compromettè ancor di piu’anche nei confronti di chiunque avesse ancora voluto aiutarla.
Gli Stati Uniti per primi furono costretti ad un ulteriore passo nell’escalation verso l’entrata in guerra, interrompendo definitivamente ogni tipo di rapporto commerciale con i tedeschi. Infervorati dal crescente successo della guerra sottomarina, specie ora che si poteva affondare qualsiasi natante non identificato, nel 1917 i tedeschi commisero due grossi errori di valutazione:
1) credettero di aver vibrato un colpo fatale alla marina inglese, mentre quest’ultima si invento’ il sistema dei convogli per contrastare nuovamente ed efficacemente gli U-Boat assassini. Inoltre, come il socialdemocratico Eduard David aveva correttamente esposto al Reichstag, nonostante si affondassero circa 600 tonnellate al mese di materiali britannici, l’Inghilterra aveva spinto al massimo la produzione dei propri cantieri navali, aggiungendo ben 150.000 tonnellate al mese di nuovi mercantili pronti a ricostituire le perdite. Il costoso sforzo della guerra sottomarina non avrebbe dunque risolto in alcun modo l’esito del conflitto, nè tantomeno rimosso il giogo dell’embargo;
2) Non diedero troppo peso alla probabile entrata in guerra degli Stati Uniti, peraltro considerata troppo lenta e farraginosa per ribaltare concretamente le sorti del conflitto. Lo stesso ammiraglio von Capelle, nuovo vertice della marina militare tedesca, aveva dichiarato di non considerare assolutamente una minaccia l’entrata in guerra degli USA!
1916: L'ANNO CRITICO
Fino a circa meta’ della guerra le privazioni dettate e imposte dall’embargo avevano colpito prevalentemente le classi meno abbienti della popolazione civile, risparmiando i ceti medio-alti e, come abbiamo visto, l’esercito in generale.
Latte, pane e carne, anche se di qualita’ scadenti, non mancavano di certo, ma il costante aumento dei prezzi unito ad una crescente inflazione inizio’ ad intaccare anche il relativo stato di benessere delle classi benestanti.
Anche il livello medio di salute del popolo tedesco era vittima di una pericolosa flessione. In seguito alla carenza di cibo causata dall’embargo, la malnutrizione causo’ numerose malattie e infezioni epidemiche, prima fra tutte la tubercolosi, aumentando esponenzialmente la mortalita’ della popolazione.
Anche i soldati al fronte iniziarono a risentire di questa gravissima crisi interna proprio nello stesso anno in cui Falkenhayn imponeva lo sforzo sovrumano della disgraziata offensiva su Verdun come unico mezzo per dissanguare la Francia e costringerla alla resa.
In un memorandum pubblicato nel dicembre del 1918 dal National Health Office britannico, si arrivo’ a ben 763.000 morti per denutrizione/malattia, causate dall’embargo, ra la sola popolazione civile tedesca durante gli anni di guerra. A complicare le cose nel 1916 contribui’ un mancato raccolto di patate (si perse circa il 50% della produzione nazionale prevista) che costrinse la Germania a sostituire questo importante componente della propria dieta giornaliera con rape e altri ortaggi simili.
Numero di morti per malattie, causate tra la popolazione civile in Germania
(dati raccolti da una statistica su 380 citta’ di piu’ di 15.000 abitanti)
Iniziarono poi a scomparire il latte (oltre al grano e alle patate, venne presto a mancare anche il foraggio per il bestiame – in tempo di pace la Germania ne importava ben cinque tonnellate cubiche all’anno) ed il pane e in molte citta’ si istituirono delle mense comuni dove la gente poteva cercare di sfamarsi a prezzi inferiori di quelli imposti per ogni singolo genere alimentare.
Analogamente ai generi di prima necessita’, anche i capi di abbligliamento risentirono della penuria di materie prime; fino al 1913 la Germania importava circa 430.000 tonnellate di cotone, prevalentemente dagli USA. Dato che l’industria bellica se ne riservava circa 300.000 (per la produzione di esplosivi), divenne presto impossibile utilizzare questo prezioso materiale per confezionare indumenti di qualsiasi genere.
Comparvero allora improbabili sostitutivi dei filati tradizionali e si arrivo’ a confezionare le scarpe dei civili e dei soldati con il cartone compresso. Com’è logico intuire, l’embargo imposto dall’Intesa non si limito’ allo scrutinio degli scambi commerciali internazionali, ma legittimo’ anche un’attenta intercettazione e censura di qualsiasi genere di comunicazione e scambio di informazioni di ogni genere da e per la Germania.
Il famoso telegramma indirizzato all’ambasciatore tedesco Zimmerman fu probabilmente il boccone piu’ ghiotto intercettato dai servizi segreti alleati durante il 1917.
L'ULTIMO SPASMO TEDESCO
Il commercio estero tedesco crollo’ dai 5 miliardi di dollari del 1913 alla ridicola somma di 800 milioni di dollari nel 1917. Le merci importate in Germania persero piu’ del 39% del loro valore in oro, in seguito alla svalutazione di quest’ultimo. L’esportazione tedesca, prima della guerra, raggiungeva i 500 milioni di sterline, ma in seguito al blocco totale causato dall’embargo si dovette attendere fino al 1930 prima di riprendere concretamente qualsiasi tipo di scambio commerciale internazionale.
Va da sè che la drastica riduzione di generi di conforto e soprattutto di alimenti e di materie prime, correlata strettamente ad costante degrado del livello di salute media, esacerbo’ i gia’ crescenti malumori, prodromi di scioperi e manifestazioni sempre piu’ violente.
Il morale del fronte interno, cosi’ come quello dei soldati in prima linea inizio’ a denunciare lo stesso comune denominatore della disperazione. Nonostante le previsioni dei leader militari tedeschi, l’intera popolazione si demoralizzo’ ulteriormente in seguito ai modesti risultati ottenuti dall’uso indiscriminato dei sottomarini e, soprattutto, dall’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America al fianco dell’Intesa.
La voglia di combattere e, in generale, di resistere oltremodo alle infinite e durissime prove di una lunga e devastante guerra, stava decisamente esaurendosi. Le tragiche condizioni di vita in cui versava la Germania Guglielmina di allora vengono descritte in maniera cruda e toccante dalla scrittrice Klara Viebig che, nel suo “Tochter der Kekuba”, racconta di come le genti del Kaiser fossero oltremodo demoralizzate e devastate da tanta miseria materiale e morale.
Due scioperi generali, uniti a violente manifestazioni, avvennero nell’estate del 1917 e all’inizio del 1918. La proverbiale goccia che fece traboccare il primo vaso fu quella della drastica riduzione del pane, subito dopo un’inverno passato nutrendosi di rape e nient’altro.
La seconda occasione per le manifestazioni a furor di popolo fu offerta dalla prolungata limitazione di tutti i tipi di alimenti, associata a disumane condizioni di lavoro imposte agli operai e al proletariato in generale. Scioperi di minore importanza, ma frequenti ed organizzati con teutonica regolarita’, videro fino a 100.000 lavoratori incrociare le braccia, una volta al mese, per tutto il 1918.
Sul finire del 1918 i soldati tedeschi, ormai stremati e privi di cibo, armi e munizioni, arrivarono al punto di augurarsi un attacco di carri armati nemici perchè, come disse lo stesso Capo di Stato Maggiore Enrich von Ludendorff,: “dentro ad ogni carro si puo’ sicuramente trovare del cibo”.
La guerra non fini’ a colpi di cannone: il popolo tedesco e il suo esercito, entrambi stremati e disperati, abbracciarono di buon grado qualsiasi forma di armistizio che ponesse fine ai loro disagi. Si credette allora di poter rimuovere l’embargo, una volta firmate le pesantissime condizioni imposte dagli Alleati per la resa incondizionata tedesca – in realta’ il blocco commerciale di cui si sta trattando non venne sollevato fino al 1930, rendendo ancor piu’ amara la sconfitta alla Germania (cosi’ come il crescente desiderio di rivalsa e di vendetta).
Come ebbe modo di osservare il Primo Ministro inglese dei primi due anni di guerra, Sir Herbert Asquith, l’embargo, riscoperto in modo pressochè casuale dalle tattiche preventive della marina militare britannica, permise di alimentare incessantemente lo sforzo bellico alleato, dissanguando lentamente, ma inesorabilmente tutte le Potenze Centrali, fino a condurle al crollo socio-economico.
A seguito della guerra, gli alleati mantennero un blocco navale contro la Germania. Si è stimato che il blocco causò la morte di circa 800.000 civili tedeschi a causa della malnutrizione, durante gli ultimi due anni di guerra.
Il mantenimento dell'embargo, come venne descritto da Leckie in "Delivered From Evil", avrebbe "tormentato i Tedeschi...guidandoli con furia nelle armate del diavolo".
Molti storici hanno argomentato che il trattamento riservato alla Germania, dopo la fine della guerra, fu una delle cause della seconda guerra mondiale, altri sostengono l'opposto. Tutti concordano che il trattamento fu o troppo duro o troppo morbido, non ci fu la giusta via di mezzo.
Nonostante fossero stati a favore del pagamento delle riparazioni di guerra da parte della Germania, gli USA finirono con il prestarle dei soldi per la ricostruzione economica, questi fondi vennero in realtà utilizzati per pagare le riparazioni.
La Germania saldò parte delle riparazioni sotto forma di beni e materie prime, comunque l'effetto complessivo delle riparazioni fu di causare una recessione economica, non solo in Germania, ma anche in altre nazioni dove le esportazioni tedesche depressero i prezzi di mercato locali.
È bene ricordare come questo Diktat, imposto dalle potenze vincitrici, oltre a essere oltremisura pesante per l'economia tedesca, fu talmente umiliante da alimentare quel sentimento nazionale di rivincita e riscossa che il nazismo sfruttò per salire al potere. L'irresponsabilità in questo senso dei governi vincitori (soprattutto francesi: la sconfitta del 1870 contro i Prussiani pesava ancora) fu molto grave.
ag
Fonti di riferimento:
"Blockade and Sea Power: The Blockade, 1914-1919, and its Significance for a World State"
M. Parmelee (Thomas Y. Cromwell Co., 1924)
"The German Economy: 1870 to the Present"
G. Stolper Horace (Brace & World, Inc., 1967)
"The Politics of Hunger: The Allied Blockade of Germany, 1915-1919"
P.C. Vincent (Ohio University Press, 1985)
"The Allied Blockade of Germany, 1914-1916"
M.C. Siney (University of Michigan Press, 1957)