Prussiano di origini, partecipa alle operazioni belliche in Cina, in veste di consulente, durante la “Rivolta dei Boxer”. Si trova poi a sostituire, ereditandone gli errori strategici, il Generale Helmut Von Moltke, nel Settembre del 1914.
Il Piano Schlieffen secondo il quale la Germania avrebbe dovuto annientare la Francia e vincere un’ideale “blitzkrieg” in pochissimi giorni, prima che la Russia completasse la sua mobilitazione, fallisce proprio a causa delle eccessive titubanze di Von Moltke e getta le basi per la fine della guerra di movimento. Falkenhayn partecipa allora alla “corsa al mare” che definisce l’intero andamento del Fronte Occidentale prima che gli eserciti si immobilizzino completamente.
Questo stratega, come molti altri dell’epoca, è un convinto “occidentalista” e rifiuta di considerare qualsiasi tipo di offensiva o di manovra che non venga attuata direttamente contro lo schieramento alleato nel centro-nord della Francia e in Belgio.
Decide allora di dissanguare la Francia costringendola a sostenere il suo imponente e prolungato attacco alla cittadina di Verdun, pericolosamente inserita nel territorio occupato dai Tedeschi.
Per la prima volta nella storia è il Generale che impiega i gas e i lanciafiamme pur di aver ragione del nemico, in un modo tanto atroce quanto inumano.
Ma a Verdun la Francia resiste fino all’ultimo uomo, soprattutto grazie all’abile comando del Generale Philippe Henry Petain, e Falkenhayn viene destituito, lasciando il comando dell’intero esercito al duo Hindenburg-Ludendorff che lo porteranno fino all’armistizio. Ma le sfortune di Falkenhayn non finiscono qui: nel 1917 viene infatti nuovamente sconfitto in Palestina dal contingente Britannico del Generale Allenby, di cui fa parte il mitico T.E. Lawrence (“Lawrence d’Arabia”).
Lo troviamo infine in Lituania, al comando della Decima Armata Tedesca fino al termine della guerra. Morirà privo di particolari onori e riconoscimenti nel 1922.
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"General Headquarters 1914-1916" – General Erich von Falkenhayn (Battery Press)