Dall’attentato di Sarajevo al IV Novembre, la storia della Grande Guerra anno per anno in cinque volumi. Oltre mille pagine con più di 900 fotografie per raccontare il conflitto sui fronti italiani ed europei. Questa preziosissima realizzazione Nordpress e' disponibile in un unico, pratico cofanetto che racchiude cinque volumi, acquistabili anche separatamente.
Vol I - Millenovecentoquattordici Il 28 giugno 1914 Sarajevo fu il teatro dell’uccisione dell’Arciduca Francesco Ferdinando, ma l’episodio rappresentò solo un formale pretesto per scatenare la guerra sui Balcani: l’Austria aveva da tempo programmato l’invasione della Bosnia e della Serbia; aspettava solo di avere un valido casus belli. Il 29 luglio, dopo meno di ventiquattro ore dalla scadenza dell’ultimatum, un contingente dell’esercito regolare austriaco aveva passato il confine e Belgrado veniva bombardata. Volendo dar credito a ciò che è si è scoperto, dopo molti anni, negli archivi austriaci, a Vienna sapevano con precisione anche quando sarebbe stato ucciso l’Arciduca.
Vol.II - Millenovecentoquindici
Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria-Ungheria e lo stesso giorno il Generale Cadorna muove le sue armate, ma l’idea di Cadorna di invadere e occupare rapidamente i territori di confine si scontra presto con le cattive condizioni dell’esercito, carente di uomini, armi, munizioni e strategie. Il morale dei giovani ufficiali, invece, era alle stelle: andavano alla guerra con l’entusiasmo e gli ideali patriottici che avevano fatto seguito alle battaglie risorgimentali e alle imprese garibaldine. Scrive Giani Stuparich nel suo diario: «C’è in tutti una tensione esasperata, tutti sono impazienti di percorrere presto la pianura, con la baldanza e la facilità con cui si è già passato l’Isonzo [...] Il più è fatto [...]. L’ha compiuto oggi la nostra compagnia e c’è stato un morto solo e un ferito. Ora bisogna superare la pianura e varcare l’altipiano, per essere in quindi giorni a Trieste...». L’Isonzo invece fu teatro di ben diciassette battaglie e i morti diventarono seicentomila...
Vol III - Millenovecentosedici
Sui fronti europei il 1916 è caratterizzato dalla battaglia di Verdun alla quale presero parte un milione di soldati francesi e tedeschi. I comandi francesi erano convinti che la caduta della città avrebbe spianato la strada per Parigi al principe ereditario Federico Guglielmo, figlio del Kaiser, comandante della 5ª Armata tedesca, perciò la difesero a oltranza trasformando la città della Lorena in una bolgia dantesca: in quasi nove mesi di combattimenti morirono 300.000 uomini, quasi uno al minuto! Alla fine di questo inferno il fronte si spostò solo di qualche chilometro.
Vol IV - Millenovecentodiciassette
Il 1917 è l’anno di Caporetto, la battaglia che gli Italiani non erano preparati a combattere e gli austro-ungarici a vincere. Secondo i dati forniti dalla Commissione d’Inchiesta, Caporetto costò agli Italiani 10.000 morti, 30.000 feriti, 292.000 prigionieri, 300.000 tra sbandati e disertori, la perdita di 3152 cannoni, 1732 bombarde, 300 mitragliatrici e 300.000 fucili; vale a dire all’incirca la metà degli effettivi e degli armamenti di cui disponeva l’esercito italiano prima dell’offensiva nemica. Non venne mai fatto un conteggio esatto delle perdite subite dalle armate austro-ungariche, ma secondo la Relazione austriaca esse sono valutabili in non più di 70.000 uomini.
Vol V - Millenovecentodiciotto
Alle 15 del IV novembre 1918 in Italia scattò l’armistizio. La conclusione della Grande Guerra segnò la fine di un’era: le grandi dinastie dell’Europa centrale e orientale, gli Hohezollern, gli Asburgo, i Romanov, vennero spazzate via. Con la fine del conflitto cessò anche il periodo di dominio dell’Europa sulla scena mondiale e iniziò la progressiva dissoluzione degli imperi coloniali. Gli Stati Uniti, che con il loro intervento avevano rapidamente segnato i destini della guerra, si accreditarono come la nuova grande superpotenza.
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