I grandi "misteri d'Italia" non sono cominciati con la Repubblica del 1946 ma affondano anche qualche radice nella storia postunitaria della monarchia sabauda. La morte del capo di Stato Maggiore dell'esercito, tenente generale Alberto Pollio, fanatico triplicista, può senz'altro essere uno di questi misteri. Maturata dai bizantinismi della nostra politica estera che, a partire dall'Accordo italo-francese del 1902, aveva volutamente messo ai margini i nostri vertici militari per lasciarli crogiolare nella previsione dell'immancabile guerra alla Francia al fianco dei vecchi alleati austro-tedeschi, quella morte repentina nel momento più opportuno, rimosse l'unico autentico macigno che avrebbe potuto mettersi di traverso sulla strada presa da Salandra fin dalla sua ascesa al governo, verso l'abbandono della vecchia alleanza. Una ricerca durata 13 anni negli archivi militari e civili, nei fondi delle nostre personalità politiche e militari dell'epoca, lo spulciare nelle storie personali dei comprimari nella vicenda, il tutto originato dal ritrovamento di una dimenticata relazione del nonno materno dell'Autore, hanno permesso, malgrado le scremature operate, di delineare i probabili contorni di un fosco dramma di morte occorso in un grande albergo di Torino nella notte fra il 30 giugno e il 1° luglio 1914. Infatti, di buon mattino o più esattamente in un momento imprecisato fra le 7,30 e le 9,15, moriva il 1° luglio 1914, in quella che sarà un'altra calda giornata estiva, solo in una camera al primo piano di un grande albergo di Torino un corpulento e florido signore di 62 anni. Il morto non era un signore qualunque deceduto in un giorno qualunque perché quella mattina i tempi non erano già più normali. Tre giorni prima si erano consumati gli assassinii di Sarajevo quando l'altrettanto corpulento e florido erede al trono austro-ungarico e la sua signora erano stati eliminati dalle rivoltellate dello studente bosniaco Gavrilo Prinzip. Stava allora per cominciare il balletto tragicomico che, durato per tutto il mese di luglio, avrà portato in al suicidio del vecchio mondo. Pollio era un fanatico triplicista e si sa che oltre ad avere rivitalizzato e addirittura incrementato, dopo la campagna di Libia, la vecchia convenzioné militare italo-tedesca del 1888 (segreta, ma non troppo!) che prevedeva in caso di guerra con la Francia l'invio di ben 5 corpi d'armata italiani sul Reno, liberando in tal modo altrettanti corpi tedeschi destinati a rinforzare l'ala destra della manovra offensiva tedesca, come prescritto nel famoso Piano Von Schlieffen.
Giovanni d'Angelo è nato a Roma nel 1935. Dopo gli studi classici presso i Fratelli Maristi si è laureato in giurisprudenza e in scienze politiche. Lasciata la professione legale si è dedicato ai prediletti studi storici e letterari. Già ordinario di storia e filosofia nei Licei ha trascorso quasi tutta la sua carriera nelle Relazioni Culturali del ministero degli Esteri. Ha prestato servizio in Irlanda, Stati Uniti, Centro America, Egitto, Scozia, Eritrea, Etiopia, Grecia e presso il Ministero stesso. È stato anche assistente presso il Trinity College di Dublino e Visiting Assistant Professor presso il dipartimento di storia dell'Università di stato della Luisiana a Baton Rouge (Usa). Ha pubblicazioni in diversi campi e collabora a quotidiani e riviste. È recensore per la World Literature Today. Ha scritto " La Guerra di Cuba - 1898" (1997). È membro della Società Italiana di Storia Militare. |
|