La Grande Guerra 1914-1918

 

PUBBLICAZIONI SULLA GRANDE GUERRA

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L'AVIAZIONE
DELLA GRANDE GUERRA

Alessandro Gualtieri


Mattioli 1885

L'Aviazione della Grande Guerra

Renè FonckIn un’epoca così lontana e aliena alle odierne tecnologie, nacque la romantica figura del pilota: l’avventuriero per eccellenza, con occhialoni, giacca in pelle e immancabIle sciarpa, signore incontrastato della vita e della morte lassù tra le nuvole. Se i fratelli Wright inventarono l’aeroplano, il Primo Conflitto Mondiale diede alla luce l’aeronautica. Spinti dalle crescenti esigenze di offesa e difesa, i fragili biplani dei pionieri mutarono in vere e proprie macchine da combattimento, mentre la costruzione artigianale lasciò il posto alle iniziative industriali sempre più importanti e ambiziose. E’ facile immaginare che, là dove i pionieri del volo gettarono le basi di ciò che sarebbe diventata una delle più clamorose conquiste tecnologiche del secolo scorso, i militari si impadronirono della rivoluzionaria tecnologia e di tutti giovani talenti capaci di “volare” con le ali del proprio folle coraggio e librarsi realmente in volo con i primi esemplari di aeroplani e palloni aerostatici da osservazione - i più arditi sarebbero diventati veri e propri “cavalieri del cielo”.

Aviazione tedesca Grande GuerraIl volume di Gualtieri copre molte tematiche di questo comparto bellico, analizzando anche l’addestramento e le tattiche di combattimento sviluppate dai primi piloti militari. Gli eroi del cielo e i loro destrieri alati, esaminati in dettaglio, ci fanno idealmente “sorvolare” a volo d’uccello una tra le specialità militari più ambite e ammirate di tutte le guerre. Del resto, la meraviglia alla vista di una fusoliera alata sopra le statiche trincee dei fronti, dai Vosgi a Passchendaele e dall’Ortles a Grado, afferrò sempre lo sguardo e l’immaginazione delle stesse truppe costrette all’arcaico status dei “pedites” romani impegnati nelle guerre barbariche - pedine sacrificali nello scacchiere studiato da Generali tanto obsoleti quanto le loro stesse, scellerate tattiche d’attacco frontale, senza l’apporto di altre componenti degli eserciti.

Gualtieri ci aiuta anche in questo difficile “viaggio nel tempo”, evitando di ricadere in inutili paragoni o sterili, quanto inutilmente ridicole comparazioni tra ciò che accade oggi e quello che si stava semplicemente abbozzando ieri a titolo squisitamente pioneristico. Inutile e assurdo parlare di bombardieri Stealth in termini di prestazioni superiori a un Caproni della Grande Guerra, intelligente invece considerare che le prime tecniche di bombardamento nacquero dalla disperata esigenza di stanare il nemico dalle trincee, scagliandogli addosso freccette acuminate o rudimentali ordigni esplosivi.

Un saggio, di ampio respiro e sicuramente ricco di preziosi approfondimenti e spunti per ulteriori riflessioni.

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