Serajevo,28 giugno 1914: alcuni colpi di pistola sparati a bruciapelo dallo studente nazionalista serbo Gavrilo Princip uccidono l’arciduca d’Austria Francesco Giuseppe e sua moglie. Con questo duplice omicidio ha avuto inizio il primo conflitto mondiale che ha prodotto milioni di morti e l’avvento dei regimi totalitari che hanno insanguinato il ‘900. Ma come è potuto accadere? Quali erano gli obiettivi e i pensieri dei protagonisti della politica di quel periodo? E quali furono le reazioni dei popoli all’annuncio di un conflitto imminente?
Jean-Jacques Becker, professore emerito di Storia Contemporanea all'Università di Paris X-Nanterre, cerca di dare una risposta a questi e molti altri interrogativi, indagando direttamente su documenti originali, epistolari e corrispondenze tra capi di stato, uomini politici e militari dell'epoca, gratificando di un nuovo ed originalissimo modo di leggere la storia un argomento sul quale sono ormai stati scritte e pubblicate fiumi di parole.
Becker non arriva forse nemmeno alle conclusioni, cioè alle risposte ai suddetti, angoscianti quiesiti, ma lascia al lettore il piacere di giungere alle sue stesse conclusioni, dettate, come ripeto, da un'attenta ricostruzione dinamica dei fatti e da un'indagine sulle principali azioni di tutti i grandi protagonisti della vicenda.
Il risultato è senza dubbio appagante e gratificante, al punto da spingere anche chi ha già letto parecchio sulla Grande Guerra ad una rilettura in chiave tipicamente "Beckeriana" di quei cinque, sanguinosi e terrifcanti anni di conflitto.
Arricchiscono la narrazione di Becker documenti e carteggi originali, decisamente poco conosciuti, tra i quali spiccano i nomi di molti personaggi chiave, tra cui von Falkenhayn, Raymond Poincarè e molti altri ancora.
Attraverso le parole e le scelte di presidenti e imperatori, intellettuali e politici, condottieri e combattenti, si dipana dvanti ai nostri occhi l'intreccio quasi diabolico di ostinazione, ingenuità e inettitudine che incendiò l'Europa di un secolo fa.
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