La Grande Guerra 1914-1918

 

PUBBLICAZIONI SULLA GRANDE GUERRA

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CAPORETTO
Giorni d'inferno

 

Alberto Di Gilio
Gino Rossato Editore

Caporetto Giorni d'Inferno

Soldati Italiani con rudimentali maschere antigas in trincia sull'IsonzoSul fronte italiano della Grande Guerra, la notte del 24 ottobre 1917 fu illuminata dai bagliori di un bombardamento destinato a cambiare il voca-bolario della nostra lingua: da quella notte il termine geografico "Caporetto" (località oggi della Slovenia occidentale, ai confini con l'Italia) perse la "C" maiuscola per diventare sinonimo di una tragedia immane, di una disfatta totale, una "caporetto", insomma. Quel bombardamento - e la battaglia che ne seguì - decretarono allora (ed ancor oggi, nell'immaginario collettivo del nostro popolo) la sconfitta più cocente mai subita dall'esercito italiano, che si risolse in un drammatico bilancio: 11.600 morti, 30.000 feriti, 265.000 prigionieri, 350.000 sbandati, le linee che cingevano il fronte nord-orientale sfondate con la perdita del Friuli e di parte del Veneto, una fuga caotica di eserciti e di popolazioni civili che si arrestò solo dopo oltre due settimane, sulle rive del fiume Piave, alle porte di Venezia (che per la cronaca gli austro-tedeschi, nella loro avanzata, avevano già ribattezzato "Venedig" sui cartelli stradali). La domanda che ancor oggi in molti si pongono, siano essi storici, ricercatori, semplici appassionati, rimane sempre la stessa: perchè quella sconfitta?

Truppe austriache in marcia dopo lo sfondamento di CaporettoNel corso di queste pagine si cercherà naturalmente di dare una risposta a questa domanda, già anticipando tuttavia che non vi fu una sola causa, ma un concatenarsi di concause che decretarono Caporetto. Esse vanno dagli errori commessi dagli Alti Comandi italiani alla sottovalutazione del nemico, dalla stanchezza fisica e morale delle truppe italiane all' abilità strategica e tattica delle forze austro-tedesche. Non è da sottovalutare il fatto che a spingere l'Italia in guerra, in un conflitto non sentito né condiviso sia dalle masse contadine che da larga parte della borghesia nonché da socialisti e giolittiani, furono il re e gli uomini politici (Salandra, Sonnino, Albertini, ecc.), gli avventurieri (D'Annunzio e Mussolini), gli interventisti (Salvemini, Bissolati) e - non con minore responsabilità - alcuni gruppi economici che avevano individuato nel conflitto l'opportunità di conquistare potere e facili guadagni. Può sembrare incredibile, addirittura assurdo, eppure il Comando Supremo italiano conosceva in anticipo, grazie ad un eccellente lavoro che oggi si definirebbe "di intelligence", il giorno, l'ora ed il luogo in cui avrebbe avuto inizio l'attacco. Con quale epilogo, è sotto gli occhi di noi tutti e, soprattutto, della Storia ... Tuttavia, per spiegare in poche pagine il "fenomeno Caporetto" senza troppo dilungarsi in noiose dissertazioni, ma allo stesso tempo con l' intento di fornire un agile quadro d'insieme degli avvenimenti che lo contraddistinsero, appare prioritaria l'analisi, per sommi capi, di quella che fu l'"epopea" della "Grande Guerra", per poi soffermarsi su quelli che furono gli antefatti di quel 24 ottobre 1917, imprescindibili per un serio approccio ad un qualunque avvenimento storico, per quanto conosciuto come quello di Caporetto. Completano il volume le pagine inedite del diario manoscritto di un ufficiale di artiglieria del XXVII Corpo d'Armata del Generale Badoglio, quella stessa unità dell' esercito italiano così "infelicemente" protagonista della rotta di Caporetto. Questa testimonianza, nella quale si intersecano sapientemente cronache di vicende militari e stati d'animo di un soldato, vuole rappresentare un valore aggiunto per una lettura (o una nuova rilettura) di una pagina così importante della nostra Storia. Perché Caporetto, da qualunque parte la si voglia vedere, fa indissolubilmente parte del nostro bagaglio non solo storico, ma soprattutto umano e culturale.

Il libro ripercorre le pagine inedite del manoscritto di un ufficiale di artiglieria del XXVII Corpo d'Armata (gen. Badoglio), l'unità dell'esercito italiano infelice protagonista di quanto avvenne a Caporetto. La testimonianza, nella quale si intersecano vicende militari e stati d'animo di un soldato, vuole rappresentare un valore aggiunto per una nuova lettura di una pagina così importante della nostra Storia. Completano il libro un'analisi degli avvenimenti e ricerche documentali effettuate nei maggiori archivi storici, nonché stralci tratti dalla "Relazione della commissione d'inchiesta sui fatti di Caporetto".

Approfondimenti:

Il Generale di Caporetto

La trappola di Badoglio

 

 

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