Una delle fortificazioni italiane più temute dall’Austria, il baluardo contro cui le fanterie imperiali si sarebbero dovute infrangere nel tentativo di sfociare sulla Pianura Padana. Questo era all’inizio della guerra il forte costruito sul Monte Verena. Dagli oltre 2000 metri di altitudine avrebbe dovuto dominare il campo di battaglia degli altipiani, invece bastarono alcuni grossi calibri ben assestati per ridurre al silenzio le sue bocche da fuoco, distruggendo la guarnigione e creando una pericolosa falla nel sistema difensivo italiano.
Di questa imponente struttura armata se ne è occupato lo storico Leonardo Malatesta nel suo recente volume, partendo dalla costruzione prebellica alla sua ingloriosa fine, l’autore ricorda gli eventi di quei terribili giorni di giugno 1915, quando un colpo da 305 mm penetrò la corazza in cemento per esplodere all’interno della struttura. Per anni fioccarono le leggende fino a sostenere che il proiettile assassino, caduto sulla copertura, rotolò fino a che non trovò una fessura per esplodere poi all’interno e compiere la strage. Una versione che, nel corso del tempo, lasciò spazio, invece, ad un’amara verità che oggi Malatesta, grazie a nuove fonti inedite, delinea in tutti i suoi risvolti. La realtà era ben diversa e le commissioni d’inchiesta dell’epoca l’avevano messa in luce. Forte Verena, ma anche gli altri della cintura difensiva, era mal costruito, il calcestruzzo non abbondava, il cemento era di scarsa qualità. In quegli anni si parlò anche di frodi e inganni nell’uso dei materiali. Ai giorni nostri, anche grazie alle ricerche archivistiche compiute presso i vari uffici storici, si delineano finalmente le tristi verità sulle fortificazioni con cui il Regio Esercito sperava di battere l’Austria-Ungheria.
Leonardo Malatesta è nato a Malo (Vicenza), laureato nel 2001 in storia presso l’università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi dal titolo "Le fortezze italiane ed austriache nel settore Veneto – Trentino dal 1870 alla Grande Guerra". Studia la storia militare italiana e tedesca dal 1848 ai giorni nostri e ha all’attivo già numerosi saggi. |