Navi da Guerra
Le navi da battaglia furono inizialmente concepite per ospitare cannoniere di grosso calibro. La prima costruita fu la Minotaur britannica (1863). Molto velocemente, gia’ nel 1096, si abbandono’ il concetto di vessillo da battaglia, in favore di un tipo di nave ben piu’ robusta, resistente e in grado di ospitare un eccezionale armamento: si trattava della cosiddetta corazzata, che rese obsoleta qualsiasi successiva sperimentazione con le semplici navi attrezzate con cannoniere.
Incrociatori
Il termine "incrociatore" risale alla metà del XIX secolo. Nell'epoca delle navi a vela, le fregate erano navi piccole, veloci, a lungo raggio d'azione, leggermente armate (un singolo ponte cannoni) ed utilizzate per missioni di esplorazione e per consegnare messaggi. La maggioranza delle flotte era composta dai più lenti e grossi vascelli che ci si aspettava affrontassero i combattimenti che le fregate dovevano a tutti i costi evitare. Le prime navi corazzate erano classificate anch'esse come fregate perché possedevano un singolo ponte cannoni a causa del peso dell'armatura. Ma avevano cannoni di calibro maggiore ed erano di tonnellaggio maggiore. Quindi la definizione di fregata cambiò, le navi più piccole per cui veniva usato questo termine vennero indicate come "navi incrociatori", rapidamente abbreviato in "incrociatori".
Per molti anni gli incrociatori colmarono la nicchia tra le navi molto leggere e le navi che dovevano prendere parte al combattimento tra flotte, successivamente indicate come Corazzate.
Gli incrociatori erano grossi a sufficienza da sopportare attacchi da navi di superficie più piccole ed autosufficienti abbastanza da allontanarsi di molto dalle loro basi. Le corazzate erano molto più potenti in combattimento, ma così lente e (in seguito all'introduzione dei motori a vapore) affamate di carburante che farle operare a lunga distanza era difficoltoso. Per la maggior parte del XIX secolo e la prima metà del XX secolo l'incrociatore fu l'arma di "proiezione della forza" usata dalla marina, mentre le navi più grosse rimanevano nelle vicinanze della base. Il loro ruolo principale era di attaccare vascelli mercantili, così che questo compito venne ad essere chiamato guerra di incrociatori.
Gli incrociatori vennero anche assegnati alla flotta principale ed assegnati a missioni di avanscoperta avanzando avanti alla flotta per cercare il nemico.
L'evoluzione degli incrociatori seguì quella dei loro cugini maggiori e crebbero in dimensioni e capacità. La conversione dalle vele al vapore produsse l'incrociatore corazzato, essenzialmente una corazzata più piccola e più veloce. Per questo motivo si iniziarono ad usare i termini incrociatore pesante e incrociatore leggero. Dopo la prima guerra mondiale questi termini vennero codificati nei vari trattati di limitazione delle armi. Gli incrociatori leggeri vennero definiti come armati con cannoni di calibro 6.1 in (155 mm) o più piccoli e quelli pesanti come armati con calibri maggiori, particolarmente comune era l'8 pollici (203 mm). Questo (l'8 pollici) era il cannone più grosso che il Trattato navale di Washington permetteva agli incrociatori pesanti delle nazioni firmatarie e divenne di fatto lo standard internazionale per gli incrociatori pesanti; solo cinque incrociatori furono costruiti con cannoni più potenti: le tre corazzate tascabili tedesche della classe Deutschland ed i due "grandi incrociatori" della Marina degli Stati Uniti classe Alaska costruiti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Incrociatori da Battaglia
L’incrociatore da guerra, variante di un tradizionale nave da crociera o di un incrociatore corazzato, fu introdotto inizialmente dall’ammiraglio britannico John Fisher, che suggeri’ l’integrazione tra armamento da battaglia e notevole potenza di propulsione dei motori. L’idea di Fisher era che i grossi cannoni avrebbero permesso ad un incrociatore da battaglia di eliminare i nemici, prima che questi potessero portare a distanza di tiro i loro cannoni o torpedini, mentre la sua velocità gli avrebbe permesso di disimpegnarsi in qualsiasi situazione di pericolo. Per Fisher, la velocità era la miglior protezione.
Nel 1908 la Marina Militare Britannica costrui’ i suoi primi tre incorciatori da guerra: l’Invincible, l’Indomitable e l’Inflexible. In seguito apparvero il Lion, il il Princess Royal e il Queen Mary: quest’ultimo era il piu’ grande di tutti e sfoggiava cannoni da 13,5 pollici di calibro (circa 350 mm). Gli incrociatori da battaglia britannici avevano corazze spesse 6 o 7 pollici (da 150 a 180 mm) lungo lo scafo e sulle postazioni dei cannoni, dove una corazzata comparabile di quel periodo aveva corazze spesse 11 o 12 pollici (da 280 a 300 mm). Originariamente pensate come un nuovo tipo di incrociatore corazzato, furono designate "dreadnought cruisers," ed infine incrociatori da battaglia.
Queste prime navi avevano una velocità massima di 26 nodi (48 km/h) in confronto ai 20 o 21 nodi(da 37 a 39 km/h) delle corazzate contemporanee. Furono armati con cannoni da 11 o 12 pollici (281 o 305 mm), esattamente come le corazzate.
La Germania, da tempo impegnata a constrastare la supremazia navale britannica, costrui’ analoghi vascelli da combattimento, tra cui temutissimi incrociatori da battaglia.
Dreadnought (Corazzate)
Lo stesso ammiraglio John Fisher fu l’artefice dello sviluppo del tipo di nave da guerra “corazzata”.
Il primo esemplare in assoluto fu realizzato nei cantieri navali di Portsmouth, tral’ottobre 1905 e il dicembre 1906. La prima corazzata possedeva dieci cannoni da 350mm, posizionati sensibilmente piu’ in alto del normale, per garantire maggior precisione e gittata. Non mancavano quindi 24 bocca da fuoco da 76mm e ben cinque tubi lanciasiluri realizzati sotto la linea di galleggiamento.
A livello della stessa linea l’armatura della corazzata misurava ben 28 centimetri di spessore. Si trattava della prima, grande nave con turbine a vapore, che potesse raggiungere la velocita’ di 21 nodi orari (circa 40 km/h). Lunga 160 metri, la corazzata cosi’ realizzata necessitava di un equipaggio di ben 800 uomini. La prima corazzata, denominata “Dreadnought”, risulto’ talmente azzeccata ed apprezzata nell’ambito militare da diventare un vero e proprio punto di riferimento per la costruzione di tutti gli analoghi vascelli che, dal 1906 in poi, vennero sempre battezzati e identificati in associazione al titolo di “Dreadnought”.
Nel 1914 gli Inglesi possedevano gia’ 19 corazzate (di cui 13 in fase di costruzione), la Germania 13 (di cui 7 in fase di costruzione), gli Stati Uniti 8, cosi’ come la Francia, mentre 4 erano state realizzate in Giappone, 2 in Austria-Ungheria e solo una in Italia.
La Queen Elizabeth fu la prima super-corazzata prodotta in Gran Bretagna nel 1915: era dotata di ben otto cannoniere da 380mm, in grado di sparare proiettili da 870 chilogrammi di peso, con una gittata di 32 chilometri! Altre quattro analoghe super-corazzate, la Warspite, la Barham, la Valiant e la Malaya, furono in seguito realizzate e continuarono a combattere anche durante la Seconda Guerra Mondiale.
Le navi portaerei
Gia’ nel 1910 gli Stati Uniti iniziarono la sperimentazione per decollare e atterrare su una nave militare. Il 14 novembre 1910, un pilota civile di soli 24 anni, riusci’ a decollare con un velivolo Curtiss da una piattaforma in legno attrezzata sulla USS Birmingham. Verso la fine dello stesso mese, Glenn H. Curtiss, il piu’ famoso scienziato aeronautico statunitense, divento’ consulente ufficiale della Marina Militare USA, in merito a successivi adattamenti del ponte delle navi da guerra, per ospitare piste di atterraggio/decollo per velivoli civili e militari. Il primo pilota americano a volare ufficialmente per la Marina, e quindi a sperimentare a fondo il concetto di portaerei, fu il tenente T. Gordon Ellyson. Dopo molti “prototipi”, realizzati nel corso della Grande Guerra, la prima nave militare attrezzata anche per ospitare al suo interno numerosi velivoli militari, dunque non solo in grado di offrire una pista di decollo, fu la USS Jupiter, nel 1919.
Motoscafi Armati Siluranti (MAS)
Il Motoscafo Armato Silurante o Motoscafo Anti Sommergibile, più conosciuto con l'acronimo MAS (originariamente derivante da Motobarca Armata SVAN), era una piccola e veloce imbarcazione usata come mezzo d'assalto dalla Regia Marina durante la Prima e la Seconda guerra mondiale. Fondamentalmente si trattava di un motoscafo da 20-30 tonnellate di dislocamento (a seconda della classe), con una decina di uomini di equipaggio e armamento costituito generalmente da 2 siluri e alcune bombe di profondità, oltre ad una mitragliatrice o ad un cannoncino.
I MAS ebbero un'ampia diffusione nella Regia Marina Italiana nella guerra del 1915-18, derivati dalla tecnologia dei motoscafi civili con motori a combustione interna compatti e affidabili (a benzina). Attualmente può far sorridere, ma all'epoca i piccoli motori marini erano raramente potenti ed affidabili a sufficienza. Il loro impiego era sia come pattugliatori anti sommergibile che come mezzi da attacco insidioso alle navi della flotta austriaca, a seconda degli equipaggiamenti.
Il loro successo maggiore fu l'affondamento della corazzata Szent István, appartenente alla flotta Austriaca. Era l'alba del 10 giugno 1918 e l'azione di agguato della piccola unità navale comandata da Luigi Rizzo, a sorpresa, colpì una delle 2 navi da battaglia.
Mentre la nave italiana scappava nella confusione, la Szent István ebbe un colpo mortale. Nonostante che essa fosse molto moderna e potente, non aveva una sufficiente protezione subacquea e dopo poco tempo si rovesciò.
L'azione della flotta austriaca, indirizzata alla distruzione della barriera che nel basso Adriatico imbottigliava i sottomarini austriaci (con una rete metallica e una serie di schermi di pattuglia), venne annullata, e dopo di allora non vi furono più tentativi degni di nota.
La perdita della corazzata costituì una grave colpo al morale degli Austro-Ungarici, e non è azzardato dire che i siluri di quel MAS “affondarono” anche le speranze residue dell'Impero.
L'ineffabile 'Vate', Gabriele d'Annunzio, certo un estimatore dell'audacia che tali mezzi richiedevano, utilizzò la sigla MAS per il suo motto: Memento Audere Semper.
Dopo la guerra, i MAS continuarono ad essere sviluppati e migliorati, grazie anche agli ottimi motori della Isotta-Fraschini, per quanto possa stupire che l'Italia avesse tali motori quando nella produzione aeronautica essa era tanto carente