Nato in America, ma di origini tedesche (il suo antenato, capostipite della generazione, Frederick Pfoerschin era emigrato nel Missouri nel 1724), John J. Pershing iniziò la sua carriera professionale come insegnante scolastico a Prairie Mound, nei pressi di Laclede. Missouri. Nel 1882 riuscì quindi ad essere ammesso all’accademia militare di West Point. Nonostante non raggiungesse risultati particolari (si diplomò trentesimo in una graduatoria di 77 allievi ufficiali), venne notato dai suoi insegnanti per le sue spiccate doti di comando e organizzazione.
Eletto capo della sua classe, in ogni anno di corso si meritò gradi sempre più alti nella graduatoria cadetti. In seguito, nel 1891 “Black Jack” Pershing diventò professore di Scienze Militari all’Unviersità del Nebraska, dove conservò la cattedra per quattro anni.
La sua carriera militare attiva lo vide impegnato a respingere le minacce Sioux e Apache dal 1886 al 1890, guadagnandosi la medaglia Silver Star al merito; partecipò in seguito alla guerra contro Cuba del 1898, combattè nelle Filippine nel 1903 e prestò la sua opera in qualità di osservatore durante il conflitto Russo-Giapponese del 1904-1905. Promosso generale di brigata nel 1906, partecipò alla spedizione punitiva per catturare il rivoluzionario Pancho Villa in Messico, nel 1915.
Durante la guerra contro il Messico era assegnato al 13esimo reggimento di cavalleria ed era allora aiutante di John J. Pershing, George S. Patton jr, il famoso condottiero della Seconda Guerra Mondiale. L'impegno militare di Patton prosegui sui campi di battaglia in Francia, sempre agli ordini del Generale Pershing, dove partecipò, con il grado di capitano, con il comando della neonata divisione statunitense di carri armati che proprio in quel conflitto fecero il loro ingresso in grande stile nella storia militare.
In seguito all’entrata in guerra degli Stati Uniti nel 1917, Pershing, promosso nel frattempo al grado di generale a tutti gli effetti, venne messo a capo dell’American Expeditionary Force – il contingente Americano destinato a combattere al fianco delle Forze dell’Intesa per tutta la restante durata della Grande Guerra.
Dato che nell’aprile del 1917 l’esercito statunitense contava solo 25.000 effettivi, Pershing si incaricò di ristrutturarlo, ampliandone i ranghi in modo tanto veloce quanto esponenziale. Nel lasso di tempo di circa un anno e mezzo, i soldati americani pronti a combattere avevano raggiunto la considerevolissima cifra di 3 milioni di effettivi. Pershing si distinse nella prima offensiva statunitense della Mosa-Argonne nel 1918, contribuendo considerevolmente a fiaccare il già provato spirito combattivo e le depauperate risorse delle Potenze Centrali.
Pershing guidava, fra gli altri, il mitico corpo dei Marines statunitensi, che si prodigò con estremo coraggio e indomito valore fino al termine del Primo Conflitto Mondiale.
Al termine del conflitto, nel 1921, Pershing divenne Capo di Stato Maggiore dell’esercito U.S.A. Si ritirò nel 1924 all’età di 64 anni, dopo aver ricevuto la massima onorificenza di “Generale di tutte le armi”, concessa soltanto anche a George Washington.
La sua biografia, “My Experience of War”, data alle stampe nel 1931, gli fece vincere il Premio Pulitzer per la Storia.
Letture consigliate:
La Guerra Combattuta Dagli Americani In Francia - John J. Pershing (Editore TOS)