Dopo la lettura, quasi casuale, di “Alpenkrieg” di Fritz Weber, l’autore di questo interessante e pressochè unico saggio sulla guerra di mine in Alta Badia, iniziò, anni or sono, una sistematica raccolta di materiale, documentazione, testimonianze e quant’altro, assurgendo ben presto alla meritatissima fama di vero esperto dell’argomento.
Casualmente dunque, Striffler scopì in sé stesso tutta quella passione e quell’amore per la montagna e, in particolare, per quel tragico scorcio della sua millenaria vita che la vide straziata e trasformata per sempre dalla guerra. Quest’opera di Striffler è una specie di bibbia sull’argomento e certamente un ideale vademecum non solo per chi vuol saperne di più sulla guerra di esplosivi in montagna, ma anche per l’escursionista appassionato o lo studioso che desidera visitare quei luoghi. Questo libro infatti non è stato scritto solo per gli esperti di storia militare, ma anche per coloro che volessero conoscere qualcosa su un frammento della storia della regione dolomitica in questione e sul conflitto tra due titanici avversari, che può essere studiato e rivissuto senza dificoltà direttamente sul luogo.
Non a caso Striffler è membro dell’Associazione viennese “Amici delle Dolomiti”, della Società tedesca per lo studio delle fortificazioni, di quella per la manutenzione dei cimiteri ddi guerra, nonché della Società storica italiana per la Guerra Bianca. La “Guerra di mine nelle Dolomiti” ricostruisce dunque con estrema meticolosità tutto quello che avvenne tra il 1915 e il 1917 tra austriaci e italiani, i “Pazzi della montagna” (come li definì Paolo Monelli), che sconquassarono i monti dell’area Lagazuoi e del Castelletto con ben sei mine di incredibile potenza.
Oggi, a quasi un secolo di distanza, anche se l’esito di tali, cruenti scontri non modificò il corso del conflitto, Striffler riporta alla luce una serie di importantissime testimonianze storiche, politiche e soprattutto psicologiche, che spinsero migliaia di giovani a sopportare patimenti e sacrifici oltremodo disumani, inseguendo comunque un comune, grandissimo ideale.
E’ un’eredità importantissima, che grazie all’interessamento e alla dedizione di Striffler tutti noi non dovremmo assolutamente trascurare, né dimenticare. Il tema trattato in quest’opera è, fra l’altro, la parte centrale di una sua prolifica produzione che si sviluppa su ben quattro saggi che, sotto il titolo di “Guerra di mine nelle Dolomiti”, coprono la Marmolada, il Colbricòn, Buse dell’Oro, il Col di Lana e il Monte Sief. |