Francesco Baracca nasce a Lugo di Romagna il 9 maggio del 1888. Fin dall'adolescenza rivela un carattere forte e coraggioso nonostante sia buono di indole.
Decide presto di intraprendere la carriera militare e, nell'ottobre del 1907, viene ammesso alla Scuola Militare di Modena come allievo di Cavalleria.Terminato il corso a Modena, risultando fra i primi, viene assegnato al Reggimento Piemonte Reale. Durante la guerra di Libia, dove per la prima volta vengono impiegati militarmente gli aerei, chiede di essere ammesso al corso di pilotaggio.
La sua domanda viene accettata e parte per la Scuola di Pilotaggio di Reims, in Francia.
Nel luglio del 1912 Consegue il brevetto di pilota. Dopo lo scoppio delle ostilità fra Italia e Austria, raggiunge nell'agosto del 1915 il fronte e viene inquadrato nella 70a Squadriglia.
La sua brillantissima carriera sarebbe però iniziata soltanto molti mesi dopo, con la prima vittoria aerea, nell'aprile del 1916. Nella primavera del 1917, viene assegnato alla neo costituita 91a Squadriglia, denominata in seguito "La Squadriglia degli Assi" e di cui sarebbe stato anche nominato comandante. Il suo coraggio e la sua abilità gli valgono innumerevoli Decorazioni e, alla 30a vittoria, viene proposto per la Medaglia d'Oro. Il 16 giugno del 1918, durante la grande Battaglia del Piave, abbatte gli ultimi due velivoli nemici. Tre giorni dopo, la sera del 19 giugno, la vita di Francesco Baracca si conclude tragicamente sulle pendici del Montello, sembrerebbe colpito da terra, mentre mitraglia le postazioni austro-ungariche in appoggio alla nostra fanteria.
IL MUSEO DEDICATO A FRANCESCO BARACCA,
NELLA CASA CHE GLI DIEDE I NATALI
Il museo di Francesco Baracca di trova a Lugo di Romagna, in via Baracca 65. Esso rappresenta il punto di partenza di un itinerario cittadino, una sorta di museo diffuso che comprende il Monumento del '36, opera dello scultore faentino Domenico Rambelli e la Cappella sepolcrale, collocata nel cimitero cittadino, sulla strada che collega Lugo a Bologna: maestoso sarcofago, fuso col bronzo dei cannoni austriaci del Carso, all'interno di una cappella decorata dall'artista lughese Roberto Sella. Progettato e ultimato nel 1936 dallo scultore faentino Domenico Rambelli, il Monumento a Baracca è giudicato una delle massime espressioni della scultura italiana del Novecento. Copre un'area di 1040 mq. ed è interamente rivestito di travertino di Tivoli. Alla statua in bronzo, alta m. 5,70, issata su un basamento che reca le date e le località delle vittorie dell'aviatore, fa da sfondo un'enorme ala di 27 metri, sui cui fianchi sono scolpiti in bassorilievo i simboli dei reparti cui Baracca appartenne in Cavalleria e in Aviazione: il cavallino rampante col motto "Ad Majora " e l'ippogrifo, simbolo mitologico della vittoria dell'uomo nei cieli.
Il Museo Francesco Baracca ha testimoniato nel corso dei decenni la persistenza del mito formatosi all'epoca delle imprese dell'asso dell'aviazione italiana, nato a Lugo nel 1888 e caduto sulle alture del Montello. Oltre 500 tra cimeli, effetti personali, documenti, foto, vengono proposti all'attenzione del visitatore. Il recente riordino delle collezioni, in un quadro di vero e proprio restyling con soluzioni sia di design del primo ventennio del secolo scorso, sia attraverso il ricorso a materiali poveri che richiamano la tecnologia dell'industria aeronautica, conferma la posizione centrale del caccia della Prima Guerra Mondiale SPAD VII S 2489, uno degli aerei della 91a Squadriglia comandata dall'Asso degli assi dell'aviazione italiana, costruito in Francia nelle officine Blériot nel 1917 e restaurato all'inizio degli anni '90 dal GAVS (Gruppi Amici Velivoli Storici) di Torino. Sul fianco sinistro della fusoliera compare l'emblema personale del maggiore Baracca, quel Cavallino rampante divenuto noto in tutto il mondo per essere stato adottato da Enzo Ferrari quale stemma delle vetture di Maranello. Sul fianco destro spicca il grifo, simbolo della 91a Squadriglia.
Per sottolineare la centralità dell'idea del volo, come tecnica ma anche come mito della modernità, nell'estate del 1997 nel cortile del Museo è stato collocato un FIAT G91 Y, caccia tattico e ricognitore dell'aviazione italiana: un'occasione preziosa per saldare due fasi e due epoche della grande awentura nei cieli. E nel 2014, per dare continuità e valore al ruolo che il Museo Baracca ha svolto fin dalla sua nascita, è stata sottoscritta una convenzione con l'Aeronautica Militare Italiana, con la quale le due istituzioni si impegnano a promuovere insieme la diffusione della cultura tecnico-scientifica, storica ed aeronautica attraverso la tutela, l'esposizione e la valorizzazione delle rispettive collezioni, oltre all'attività educativa e divulgativa, l'organizzazione di mostre temporanee e la diffusione dell'editoria scientifica, assicurando, inoltre, lo studio, la ricerca, la raccolta, la conservazione, la catalogazione e la valorizzazione del patrimonio storico di loro proprietà e competenza. Analogo accordo è stato sottoscritto col Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni di Trento.
Approfondimenti:
Il Circo Volante
Brevi cenni storici sui dirigibili
Arte della Guerra aerea