E' stato il primo e ben assestato tentativo di suicidio del continente europeo. Una guerra combattuta senza una vera ragione ma come logica conseguenza e conclusione della mentalità nazionalistica ottocentesca. Armi nuove e incredibilmente potenti fecero la loro apparizione nelle battaglie e per la prima volta il mondo intero fu coinvolto nello stesso conflitto.
I contendenti ricorsero alla leva di massa, alle armi chimiche, ai carri armati, ai sottomarini, all’aviazione e a tutta una serie di innovazioni tecnologiche. Il tutto finalizzato al compimento di quella che sarebbe stata fino ad allora la più grande carneficina della storia dell’umanità.La conclusione di quattro anni di inaudite battaglie fu che tutto rimase come prima salvo annoverare diversi milioni di uomini uccisi e feriti, lo scempio di intere regioni e una carestia indescrivibile.
Realizzata in ben 5 lingue e con un ottima qualita’ digitale, in Dolby system, questa insolita produzione Finson (da sempre nota per applicativi software e videogiochi di fascia medio bassa) fa parte di una nuova collana di documentari particolarmente economici, ma sicuramente di notevole interesse, recentemente commercializzata nei supermercati e nei grandi magazzini.
Come recita il sottotitolo, Finson ci offre una buona panoramica audiovisiva sui principali teatri di guerra del Primo Conflitto Mondiale, includendo, tra gli altri, Verdun, Gallipoli, Caporetto e Vittorio Veneto.
Finson tuttavia si spinge ben oltre una manciata di ‘icone” della storiografia del 1914-1918 e ci offre anche brevi, ma interessanti panoramiche sui principali strumenti di offesa di quel peridodo (gas, carri armati, ecc.), nonche’ su molti aspetti socio-politici del mondo di un secolo fa, violentato da quattro crudeli e devastanti anni di lotta fratricida.
Questo documentario, ricco di immagini originali e spesso inedite, ci porta sugli scenari della Grande Guerra avvalendosi di uno scarno e sintetico commento audio: Finson preferisce far parlare le terribili e al contempo affascinanti istantanee di guerra, offrendoci un prezioso sguardo sul passato di circa un’ora di lungometraggio.
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