A partire deagli ultimi decenni del 1800 e l'inizio del 1900, le condizioni generali della chimica dopo una lunga gestazione di laboratorio erano in grado di fornire prodotti dalle straordinarie capacità indispensabili al progresso.
Anche se preparate con finalità di pace, molte sostanze rivelarono proprietà tossiche ben superiori ai prodotti normalmente usati in chimica industriale o come veleni per altri scopi ed applicazioni.
Per esempio il gas "Fosgene", tristemente famoso sui campi di battaglia europei del 1914-1918, fu scoperto dal chimico inglese John Davy nel 1812, miscelando cloro e osside di carbonio per la preparazione di colori e la colorazione dei tessuti.
Anche il terribile gas "Yprite" (solfuro dicloroetile) era stato ottenuto dal chimico inglese Guthrie nel 1860, rivelando le sue terrificanti capacità vescicatorie. Nel 1914 il chimico tedesco Meyer mise a punto un sistema per la produzione industriale dell'Yprite. Il cloro, che fu tra i primi tipi di gas impiegati a scopi offensivi durante la Grande Guerra, veniva già impiegato dal 1910 per la creazione di vernici e medicinali in Germania.
In Europa dunque la produzione di sostanze aggressive con opportune modifiche poteva raggiungere livelli di produzione giornaliera enormi, ottenendo così subito quantità notevoli di agressivo adatto all'impiego bellico.
LA FRANCIA USO' I GAS PER PRIMA
Si giunse molto presto ad impiegare sostanze chimiche di tipo gassoso a scopi offensivi e in particolare non appena ci si rese conto di non poter riprendere la Guerra di movimento, bloccati in trincea, senza appunto armi non convenzionali e rivoluzionarie.
Contrariamente a quanto si pensi e venga a tutt’oggi narrato da molti storici e scrittori dell’argomento, non furono I tedeschi, bensì i francesi ad impiegare per primi i gas durante la Grande Guerra. Proprio durante i primi mesi di Guerra, sul finire del 1914, la Francia esplose alcune cariche di gas lacrimogeno ai danni delle truppe tedesche lanciate verso Parigi. Si trattò tuttavia di un fatto decisamente casuale, al quale la Francia non diede alcun seguito in termini di ulteriore sperimentazione. Questa tragica eredità venne, al contrario, subito raccolta dalla Germania Guglielmina, che iniziò prontamente a studiare questo nuovo e subdolo strumento di offesa.
Già durante l’assalto e la successiva conquista di Neuve Chapelle, nell’ottobre dl 1914, i tedeschi lanciarono gas starnutente all’indirizzo del nemico e tre mesi dopo, nel gennaio 1915, analoghe sostanze irritanti fecero la loro comparsa sul Fronte Orientale, ai Danni dell’esercito russo. Tuttavia, in quest’ultima circostanza, il gas non riuscì a vaporizzarsi completamente, dopo esser stato lanciato all’interno di proiettili speciali da obice, a causa della temperatura troppo rigida.
Si iniziò allora a capire che l’impiego effettivo di questa nuova arma era inscindibilmente legato alle condizioni atmosferiche (temperatura, umidità relativa, forza e direzione del vento, ecc.).
Alessandro Gualtieri parla dei Gas letali della Prima Guerra Mondiale, su RAI Storia (Luglio 2014):
I PRIMI GAS LETALI
Il debutto dei gas letali, in grado dunque di uccidere oltre che menomare, avvenne il 22 aprile del 1915, durante la seconda battaglia di Ypres, nelle Fiandre. In questo strategico saliente del Fronte Occidentale, dove da molto tempo si cercava disperatamente di sbloccare lo stallo della guerra di posizione, si fronteggiavano tedeschi, francesi, inglesi, canadesi e truppe coloniali algerine. Poco prima dell’alba i tedeschi iniziarono a bombardare le linee avversarie con proiettili tradizionali, per poi sostituirli con munizioni caricate a gas (cloro).
I difensori francesi ed algerini, ignari di questa nuova terribile minaccia, credettero semplicemente in una nuvola di fumo artificiale, creata per mascherare l’avanzata nemica; ordinarono pertanto di raddoppiare la vigilanza, anzichè scappare a gambe levate. Nel giro di pochi minuti iniziarono a moltiplicarsi esponenzialmente le perdite, falciate sienziosamene dalla nube giallastra che si spostava lentamente ed inesorabilmente verso ovest.
Si formò una rottura importante del fronte chei i tedeschi stessi, increduli e sostanzialmente impreparati a risultati così devastanti della loro nuova arma, non riuscirono a sfruttare. Dopo una breve istanza di condanna ufficiale, da parte dell’opinione pubblica nei confronti di questa nuova disumana arma, il desiderio di vendetta da arte degli Alleati non fece altro che sancire ufficialmente l’introduzione dei gasi letali, come strumento d’offesa, nell’arsenale di ciascuna fazione in lotta.
Gli inglesi furono i primi a restituire la tragica pariglia: la sera del 24 settembre 1915, circa 400 “proiettori” lanciagas erano pronti a vomitare una densa nube di cloro sulle trincee tedesche di Loos. L’attacco avvenne alle prime luci dell’alba del giorno seguente, con risultati a dir poco catastrofici: il vento contrario o comunque non abbastanza forte, fece ristagnare gran parte del gas a ridosso delle linee inglesi. Anche in questa occasione le condizioni metereologiche intervennero direttamente sulla riuscita dell’attacco con i gas.
Da questo momento in poi fu tutto un susseguirsi di ulteriori esperimenti e messa a punto di nuovi sistemi di lancio e dispersione di gas sempre più letali, per arrivare alla terrificante “Yprite”, o “gas mostarda”, introdotta dai tedeschi durante la battaglia di Riga, sul Fronte Orientale, nel settembre del 1917. Questo gas, oltre ad avere effetti vescicanti di inaudita potenza, ristagnava sulle divise, sull’intero campo di battaglia e persino nel sottosuolo, aumentando la sua potenzialità d’offesa per settimane e settimane.
Tristemente noti e molteplici i casi di contaminazione ai danni degli stessi portaferiti e dei medici chiamati ad assistere i gasati di Yprite.
Italia e Austria-Ungheria non furono da meno nell’impiego di sostanze chimiche aggressive. Basti pensare allo sfondamento di Caporetto, riuscito in gran parte per merito di circa 2000 proiettili di Fosgene, lanciati contro gli ignari soldati italiani, nella conca di Plezzo, all’alba del 24 ottobre 1917.
LE CONTROMISURE
Parlare di contromisure per contrastare gli effetti dei gas letali, almeno durante la Grande Guerra, risulta inevitabilmente un tragico eufemismo. La stessa lunga fase di gestazione e sperimentazione di questo nuovo strumento di offesa, interessò analogamente la realizzazione di valide contromisure di cui dotare i soldati esposti ad un attacco con il gas.
Se nei primi mesi di guerra sarebbe forse bastato urinare in un fazzoletto e respirare attraverso di esso, con l'avvento di aggressivi chimici sempre più potenti, fecero la loro prima apparizione vere e proprie maschere antigas. Rozze, ingombranti e, in generale, soffocanti dopo solo pochi minuti d'uso, queste protezioni furono costantemente rivedute, potenziate e appesantite da ulteriori strati di garza, filtri e sostanze antagoniste degli aggressivi sintetici usati dal nemico. In pratica, la produzione di maschere antigas si rivelò sempre un passo indietro rispetto a quella dei gas venefici.
Al termine della guerra, tutte le nazioni del mondo bandirono ufficialmente l'utilizzo dei gas letali durante qualsiasi genere di conflitto. Ironicamente, lo stesso Adolf Hitler, caporale porta-ordini, sopravvissuto a molteplici attacchi chimici nelle Fiandre, fu una delle voci di condanna più forti all'indirizzo di questo modo inumano di guerreggiare.
NAZIONE |
TOTALE VITTIME DEI GAS |
Austria-Ungheria |
100,000 |
Francia |
190,000 |
Germania |
200,000 |
Italia |
60,000 |
Russia |
419,340 |
USA |
72,807 |
I TIPI DI GAS DELLA GRANDE GUERRA
Appartengono a 4 categorie: i lacrimogeni, gli starnutenti, gli irritanti dell`apparato respiratorio e gli ulceranti.
Lacrimogeni
Benzyl bromide: tedesco; primo uso marzo 1915;
Bromacetone: usato da alleati e austriaci; moderatamente persistente; asfissiante in concentrazione elevata; introdotto nel 1916;
Dibrommethylethylketone: usato da tedeschi e austriaci; letale se concentrato; introdotto nel 1916
Ethyl iodoacetate: britannico; alta persistenza; gli effetti terminano fuori dall'area contaminata; introdotto nel 1916;
Monobrommethylethylketone: tedesco e austriaco; potentissimo; moderatamente persistente; asfissiante in concentrazione elevata; introdotto nel 1916;
Xylyl bromide: tedesco; potente; introdotto nel 1915.
Starnutenti
Diphenylchloroarsine: tedesco; consisteva in una polvere finissima capace di penetrare le maschere antigas, dispersa tramite proiettili di artiglieria; in concentrazione provocava conati di vomito e potenti mal di testa; noto come "Croce Blu", introdotto nel 1917;
Diphenylcyonoarsine: tedesco; potentissimo; identiche caratteristiche rispetto al precedente, che sostituì all'interno dei proiettili "Croce Blu";
Ethyldichloroarsine: tedesco; noto come "Croce Gialla I" e più tardi come "Croce Verde III", introdotto nel marzo 1918.
Irritanti dell'apparato respiratorio
Arsenic trichloride: vedi "Hydrogen cyanide";
Chlorine: usato sia da alleati che ta tedeschi; irrorato tramite bombole; con l'umidità formava acido cloridrico; causava vomito e se concetrato poteva provocare la morte per spasmi della laringe; introdotto nel 1915;
Chloroform: vedi "Hydrogen cyanide";
Chloromethyl chloroformate: impiegato da alleati e tedeschi; disperso da proiettili di artiglieria; introdotto nel 1915;
Chloropicrin: usato sia da alleati che da tedeschi; potentissimo; utilizzabile sia tramite bombole che tramite proiettili, ma in particolare con questi ultimi in congiunzione con altri gas; noto come "Croce Verde I", introdotto nel 1916;
Cyanogen bromide: austriaco; miscela basata sul cianogeno; immediatamente mortale se concentrato, altrimenti incapacitante; causa vertigini, malditesta, dolori polmonari, ma nessun effetto permanente; introdotto nel 1916;
Dichlormethylether: tedesco; introdotto nel 1918;
Hydrogen cyanide: Alleato; miscela basata sul cianogeno; immediatamente mortale se concentrato, altrimenti incapacitante; causa vertigini, malditesta, dolori polmonari, ma nessun effetto permanente; disperso tramite proiettili d'artiglieria; introdotto nel 1916;
Phosgene (carbonyl chloride): usato da alleati e tedeschi; potentissimo; pericoloso in particolare per i suoi effetti ritardati che causavano una morte improvvisa anche 48 ore dopo l'esposizione e spesso la vittima non realizzava neppure di essere stata sottoposta al gas; irrorato da bombole in congiunzione con la Chlorine (vedi) e da proiettili d'artiglieria da sola; introdotta nel 1915;
Stannic chloride: vedi "Hydrogen cyanide";
Trichloromethylchloroformate (diphosgene): alleato e tedesco; stessi effetti del Phosgene (vedi); disperso da proiettili d'artiglieria di solito in combinazione con altri gas; introdotto nel 1916.
Ulceranti
Dichlorethylsulphide (Mustard gas): usato da alleati, tedeschi e austriaci; noto anche come "Croce Gialla" e Yprite; uno dei gas più efficaci, benché ufficialmente i suoi effetti non venissero considerati letali; provocava vesciche e ustioni sulla pelle, anche attraverso i vestiti, causando cecità (normalmente temporanea) e se inalato la morte, bruciando l'apparato respiratorio; diffuso tramite proiettili d'artiglieria; persisteva anche diversi giorni in ideali condizioni climatiche; introdotto nel 1917.
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“LE BATTAGLIE DI YPRES ", edito da Mattioli 1885, è inserito nella collana Archivi Storici diretta da Mario Bussoni. Il volume di 128 pagine costa 16 Euro ed è disponibile in tutte le migliori librerie o su: www.alessandrogualtieri.com |
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