Giorgio V nacque il 3 giugno 1865, secondogenito di Edoardo VII e Alexandra. Decise ben presto di intraprendere la carriera militare, in marina, e dal 1877 frequentò la scuola per allievi ufficiali, insieme al fratello Alberto. Giorgio V rimase in marina fino alla morte del fratello, avvenuta nel 1892. Da questo momento in poi assunse, a tutti gli effetti, il ruolo di erede al trono di Inghilterra. Nel 1893 sposò Mary, Principessa di Teck e nipote di Giorgio III. La coppia ebbe ben sei figli (cinque maschi e una femmina).
Quando mori’ la Regina Vittoria, il 22 gennaio del 1901, Giorgio V diventò il nuovo regente a tutti gli effetti. A quesi tempi si stava cosumando la crisi costituzionale britannica, che vedeva contrapposti gli sciheramenti conservativi del Primo Ministro Asquith e quelli liberali del Cancelliere Lloyd George (che diventerà presto il nuovo Primo Ministro).
In tale contesto Giorgio V mosse I suoi primi passi da re e, a causa di una molteplice serie di lotte intestine, vide emergere la figura di Lloyd George come nuovo paladino della democrazia a scapito del secolare accentramento del potere politico da parte della House of Lords inglese.
Durante la Grande Guerra Giorgio V si recò spesso in visita al fronte – proprio durante una di queste occasioni, il suo cavallo lo disarcionò e lo ferì seriamente, causandogli menomazioni fisiche al bacino, che si sarebbe dovuto portare fino alla morte.
Il cavallo, per ironia della sorte, gli era stato prestato, in quel fragente, proprio dal Capo di Stato Maggiore inglese, Douglas Haig. Nel 1917, in piena guerra.
Giorgio V cambiò ufficialmente il nome della casata reale britannica, da Saxe-Coburg-Gotha a Windsor: ciò per sbarazzarsi di pericolose assonanze teutoniche. Nello stesso anno il re rifiutò di dare asilo politico al cugino Nicola II, Zar di Russia, in occasione della rivoluzione che imperversava nel paese di quest’ultimo.
A causa di ciò lo Zar venne imprigionato ed assassinato dai Bolscevichi. Durante il regno di Giorgio V si modificarono sensibilmente i rapporti della madre patria con le colonie britanniche sparse nel mondo.
L’Irlanda fu vittima di uno scisma politoc-religioso nel 1920, mentre Australia, Canada e Nuova Zelanda chiesero ed ottennero il permesso di autogovernarsi, così come accadde poco dopo all’India. Ricordato come un uomo ligio al dovere e ai suoi obblighi di capo dello stato, mutò tuttavia l’approccio con la classe politica dei tempi, preferendo di rappresentare le scelte del proprio paese, invece che dettarle e ordinarle, come aveva fatto la corona inglese fino ad allora.