La Prima Guerra Mondiale ridusse in maniera netta l'importanza delle Marine militari europee. Ciò valse soprattutto per la Royal Navy britannica. Questa venne tuttavia impegnata con successo, nel Blocco totale di ogni via commerciale verso Germania e Austria-Ungheria.
Dopo il 1900, la Germania diede il via alla creazione di una Flotta d'alto mare, iniziando a minacciare direttamente l’egemonia navale britannica. Fino ad allora il Kaiser aveva posseduto poco più di una forza di difesa costiera, ma all'inizio del XX secolo cominciò anche progettare corazzate simili a quelle della Royal Navy. Nel frattempo aveva costruito alcuni incrociatori, potenzialmente anche in grado di minacciare le navi mercantili avversarie.
L'artefice dell’espansione navale tedesca fu l'ammiraglio Alfred von Tirpitz, il cui chiodo fisso era la costruzione delle corazzate (le famose “Dreadnought” inventate dagli inglesi). La sua filosofia navale era stata definita “la teoria del rischio”, costituire cioe’ una minaccia per la Royal Navy grazie a una forza di corazzate che, pur non esattamente in grado di sconfiggerla, ne avrebbe limitato il potere, minacciandola con il pericolo di rovinosi attacchi di sorpresa. Guglielmo II, per quanto fosse per metà inglese e ammiraglio onorario della Royal Navy, abbraccio’ completamente la teoria del rischio di Tirpitz. Il suo pensiero strategico si formò sulla base dell'amore-odio per la supremazia mondiale britannica. Il Kaiser desiderava anche fondare un impero oltremare sul modello britannico, il che richiedeva la creazione di una flotta di incrociatori per il servizio all'estero. Inizialmente Tirpitz si dimostro’ favorevole alla costruzione degli incrociatori, ma dopo l'approvazione della legge navale nel 1900 osteggiò il progetto. A quel punto, però, le mire imperiali tedesche erano ormai inarrestabili. Tirpitz, il creatore della marina tedesca, si era opposto alle spese per gli incrociatori. Nel suo rapporto del giugno 1897, sul quale si basava il programma navale imperiale tedesco, scrisse che “le incursioni contro le navi mercantili e la guerra transatlantica contro l'Inghilterra hanno così poche speranze, data la nostra carenza di basi e l'abbondanza di quelle inglesi, che dobbiamo ignorare questo tipo di guerra”. In seguito avrebbe rivisto tale posizione, ma essa intanto determinò la composizione e lo schieramento della flotta tedesca nel 1914, con grande vantaggio della Gran Bretagna.
La Kriegsmarine tedesca, la seconda flotta più forte del mondo (dopo quella britannica), poteva vantare una sostanziale parità nei confronti degli avversari. La Germania poteva quindi tentare di rompere l'isolamento forzato, con buone probabilità di successo. Nel maggio del 1916 la Hochseeflotte avrebbe simulato, con lo spostamento di poche unità, l'occupazione degli Stretti di Danimarca.
La “Grand Fleet” britannica sarebbe caduta nella trappola e avrebbe inviato il grosso delle proprie forze verso gli Stretti: le navi tedesche, più leggere e manovrabili, avrebbero attaccato di colpo gli avversari, distruggendoli.
L'Ammiragliato di Londra cadde in pieno nel tranello ordinando sei incrociatori di battaglia e quattro supercorazzate “Dreadnought”, di dirigersi verso il punto dove riteneva si sarebbero trovati i "pochi" incrociatori tedeschi (lo Stretto dello Jutland). L’Inghilterra mise in moto anche 24 corazzate semplici, altri 3 incrociatori da battaglia, 26 incrociatori leggeri e 79 cacciatorpediniere.
La Germania schierava 16 corazzate, 11 incrociatori leggeri, 5 incrociatori da battaglia e 61 cacciatorpediniere. Lo scontro tra le due possenti forze avvenne il 31 maggio 1916: la battaglia sarebbe divenuta la maggiore del Primo conflitto mondiale, e una delle più importanti nella Storia Navale.
Dopo circa cinque ore, le due flotte si separarono, avendo entrambe subito gravi danni. Dal punto di vista del morale e delle perdite, risultava indubbia la vittoria tedesca; ma la Grand Fleet non era stata annientata.
Ciò avrebbe avuto conseguenze pesantissime per lo svolgimento della guerra e per la stessa Germania. Il governo tedesco, disilluso fino alla paranoia nei confronti della propria flotta, decise di affidarsi all'unica arma capace, a suo dire, di garantire risultati strategicamente significativi: il sottomarino.
La mappa della battaglia
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Approfondimenti: I Corsari della Grande Guerra