Pubblicato per la prima volta nel 1938 questo libro ripercorre le esperienze vissute dal Tenente Lussu, della mitica Brigata Sassari (i “Diavoli Rossi” per gli Austriaci), scritte di suo pugno a guisa di “diario di bordo”, durante la navigazione in acque particolarmente tempestose.
Diciamo subito che Lussu si riserva qualche imprecisione storica, dovuta perlopiù alla concitazione con cui scrisse queste sue memorie, e alla successiva rivisitazione parecchi anni dopo, nonché il diritto di utilizzare nomi di fantasia per descrivere le gesta di personaggi che parteciparono realmente all’azione.
Il ritmo narrativo però conserva tutta la drammaticità e l’apparente casualità di ciò che Lussu ha vissuto sulla propria pelle, a livello fisico ed emotivo.
Non c’è pertanto da aspettarsi una linearità tipica di un romanzo o di un saggio storico, bensì un’apparente accozzaglia di fatti e avvenimenti che il lettore dovrà poi riposizionare mentalmente nell’intelaiatura storica di ciò che accadde sull’Altopiano di Asiago dopo un anno di conflitto.Ciò che racconta Lussu è talmente crudo, devastante e realistico da catturare l’attenzione e i sentimenti del lettore come pochi altri scrittori del genere sono riusciti a fare. Indimenticabili, nella loro tragicomica drammaticità, gli episodi del Generale “Leone” che si affaccia alla feritoria presa di mira dal cecchino nemico, e l’introduzione delle assurde ed inutili “corazze Farina”, crivellate come burro dalle le mitragliatrici avversarie.
Leggere “Un Anno sull’Altipiano” durante una giornata novembrina priva di sole ed uggiosa, vuol dire quasi sicuramente far propri quel clima tagliente e quella fredda disperazione che Lussu è riuscito a conservare e fermare nel tempo a quasi un secolo di distanza. Non a caso da questo memoriale è stato tratto il lungometraggio “Uomini Contro”, diretto da Francesco Rosi e interpretato da Gian Maria Volontè.
L’opera di Lussu ci restituisce dunque la paura e la rassegnazione di soldati e ufficiali, mandati a morire in modo quasi tragicomico e comunque assurdo, da comandanti sanguinari ed esaltati, in nome dell’ideale di Patria.
“Un Anno sull’Altipiano” è un libro “scomodo” e quasi fastidioso, non per l’estremo realismo che ne permea ogni singola pagina, ma per il messaggio, tragicamente attuale, che riesce a trasmettere alle nuove generazioni. Inutili assalti, vite brutalmente e gratuitamente spezzate, mancanza di umanità, desiderio di potere e di conquista ai danni degli indifesi, sono tutte caratteristiche peculiari di ogni guerra che il genere umano ha combattuto e che continua, evidentemente, a desiderare. |