Lagazuoi: castello nella roccia Il 20 ottobre 1915 un plotone di Alpini raggiunse la cengia Martini, che taglia a metà il Lagazuoi. Da qui gli Italiani potevano colpire le trincee austriache sul Passo Valparola.
Il Lagazuoi si trasformò così nel nuovo "castello del XX secolo". Luis Trenker ne descrive mirabilmente l'atmosfera nel suo capolavoro cinematografico "Montagne in fiamme". Visitarlo è comodo e appagante. Con la funivia si raggiunge in pochi minuti la cima. In 10 minuti lungo un facile sentiero pianeggiante si visita la Feldwache IV, costruita dai kaiserjaeger a difesa del fronte meridionale dell'Impero. In 15 minuti un comodo sentiero porta alla vetta del Lagazuoi, da dove si dominano Passo Falzarego, la Marmolada, le Zillertaler Alpen (in particolare le cime Glockenkar Kofl - Vetta d'Italia e Dreiherren Sp. - Picco Tre Signori ). Servizi turistici accolgono i visitatori: un ampio parcheggio, wc a valle e a monte, ospitali punti di ristoro. Situato in prossimità del Passo Falzarego, il Lagazuoi rappresentò una posizione strategica che gli eserciti italiano e austro-ungarico si contesero per tutta la durata della guerra.
A testimonianza di ciò, rimane uno straordinario patrimonio storico: postazioni, trincee, gallerie scavate nella roccia, camerate e magazzini ricavati negli anfratti della montagna. Sono ben quattro i Musei dedicati alla Grande Guerra, in quest'area. C'è quello del Lagazuoi, il 5 Torri, il Sasso di Stria e il Forte Tre sassi. Tutti e 4 in un raggio di 5 Km, presentano caratteristiche e storie diverse. Sul Piccolo Lagazuoi si trova il Museo all'aperto della Grande Guerra. L'ampia area del Monte Lagazuoi infatti, fu zona di prima linea durante la Prima Guerra Mondiale. I sentieri del museo attraversano le postazioni e le gallerie italiane ed austriache permettendo al visitatore di ricostruire la strategia della guerra di mine e di immaginare la vita quotidiana degli uomini al fronte, in una delle più panoramiche passeggiate delle Dolomiti. Le gallerie, lunghe da poche centinaia di metri fino a quasi 2 km, alcune in piano, altre in pendenza, sono costellate di aperture che servivano come feritoie, scarichi per il materiale, cannoniere, aerazione.
Alcune delle caverne presenti, adibite a camerate, sono ancora arredate. Su entrambi i fronti rimangono anche molte trincee. Le più interessanti sono quelle della postazione austriaca Vonbank. Non dimentichiamo poi la Cengia Martini: uno dei luoghi storici del fronte dolomitico, prende il nome dal Capitano Martini che ne difese la posizione fino alla ritirata di Caporetto. Qui si trovava la postazione avanzata italiana, e qui gli austriaci fecero esplodere 4 mine. Infine, degni di particolare menzione sono: la Muraglia rocciosa, dove si trovavano le postazioni di vedetta austriache, e il Forte Tre Sassi, inteso per presidiare il Passo. Fu invece seriamente danneggiato durante un bombardamento all'inizio della guerra.
(Si ringrazia Lagazuoi 5 Torri Turismo per il materiale fornito)
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ORARIO DI APERTURA AL PUBBLICO:
Visita: gratuita; audioguide in italiano, tedesco e inglese a noleggio. Il passo è attrezzato con un ampio parcheggio e un wc pubblico.
Dislivello: 650 m
Percorsi: di difficoltà facile o media e durata che va da pochi minuti all'intera giornata, tutti accuratamente segnalati e accompagnati da cartelli informativi.
Commenti sonori nelle postazioni restaurate illustrano le vicende della Grande Guerra.
Il museo è visitabile anche in inverno percorrendo il Giro della Grande Guerra.
Approfondimenti:
La mappa del settore
La brochure completa dei Musei della Grande Guerra sulle Dolomiti (.pdf 5,11 MB)
Il Sito ufficiale di Lagazuoi 5 Torri Turismo
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