Nonostante fosse praticamente cieco dall'occhio sinistro, fu accettato come allievo pilota nel 1917. Prudente e attento, ottenne la sua prima vittoria abbattendo un pallone da osservazione. Nel febbraio del 1918 ottenne il suo primo comando e il 3 di luglio succedette a William Bishop alla guida dell' 85°. Nonostante non raggiunse mai la popolarità di Albert Ball, Mannock fu in effetti il più prolifico tra i piloti della R.A.F., con 61 vittorie (73 per alcune fonti), e probabilmente tra i migliori comandanti.
La sua ferocia e determinazione fu apprezzata dagli alti comandi, e Mannock venne quasi subito edecorato con la Military Cross e con la promozione a capitano. Il suo squadrone volava sui nuovissimi caccia S.E.5a.
Il 26 di luglio 1918, mentre stava inseguendo per finire la sua ennesima vittima, venne probabilmente colpito da qualche fante al suolo. Il suo aereo prese fuoco. Il paracadute era ormai una realtà, e i tedeschi cominciavano a utilizzarlo, comprendendo come fosse utile, oltre che umano, salvare la vita di un pilota, specie se un asso, difficilmente sostituibile.
Presso gli alleati, invece, vigeva la convinzione che il pilota che potesse lanciarsi col paracadute avrebbe abbandonato l'aereo senza tentare di riportarlo a terra, preferendo quindi perdere l'uomo piuttosto che qualche macchina.
In quel lugio 1918 Mannock non ha con se il paracadute, ma non tenta ugualmente di riportare al campo il caccia in fiamme. Non vuole venire divorato dalle fiamme e sentire l'odore della sua carne che brucia.
Estrae la pistola, la appoggia alla tempia e preme il grilletto.
Un anno dopo riceverà la Victoria Cross. La medaglia verrà consegnata al padre di Edward, e, come tutte le altre, verrà da questo venduta per 5 sterline.
Approfondimenti:
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