BOLLETTINO DELLA GRANDE GUERRA
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ALLA RICERCA DEL FANTE CADUTO SUL MONTE RASTA
Dal Canada i nipoti di un fante italiano Caduto nel 1916,
grazie a LAGRANDEGUERRA.NET, incontrano la comunità di Canove, Asiago,
per rendergli omaggio, durante un'esclusiva cerimonia.
Domenica 2 settembre, alle ore 10:30, davanti al Museo della Grande Guerra di Canove - Asiago, si è tenuta la cerimonia in onore del Fante Domenico Antonio Rulli, caduto nel 1916 sul Monte Rasta, sull’Altopiano di Asiago. Molte le autorita’ e i figuranti in divisa presenti.
La ricerca storica, relativa al caporale Rulli, e’ stata sviluppata e portata a termine da piu’ parti, con una minuziosa raccolta di dettagli sul caduto – all’epoca inquadrato tra le fila del 125 Reggimento, Brigata “Spezia”. Grazie all’operato di associazioni d’Arma e appassionati del Primo Conflitto Mondiale, si e’ riusciti a ricostruire le ultime vicende del reparto del Fante Rulli – tutto il materiale reperito sugli ultimi giorni del Caporale Rulli e sulla gesta del suo Reggimento, è stato consegnato ai parenti domenica 2 settembre, nel corso di una esclusiva e commovente cerimonia, organizzata da Alessandro Gualtieri, presso il piazzale del Museo di Canove. Comunita’ Montana Spettabile Reggenza (Dott. Lucio Spagnolo) e Alpini, unitamente alla Sezione Fanti Altopiano 7 Comuni (Dott. Ambrosini) e molte altre autorita’ locali, hanno incontrato Dan e Bonnie Rulli, nipoti del Caporale caduto nel Luglio del 1916, venuti appositamente dal lontano Canada per rendere omaggio al loro valoroso antenato. Molte altre personalita’ si sono messe in contatto con la testata giornalistica “L’Altopiano” (presente all'evento con il direttore Stefania Longhini e il giornalista Giovanni dalle Fusine), per ottenere informazioni e partecipare alla cerimonia, tra queste lo storico Avv. Alberto Zanca, l'Assessore Roberto Tortora, del comune di Roana nonche’ numerosi gruppi Alpini dell’Altopiano e di centri fuori provincia.
I figuranti della 145 compagnia 1 plotone del 6 Reggimento Alpini nel Battaglione dei Sette Comuni, e dell'Associazione per non dimenticare , hanno presenziato ed ufficializzato ulteriormente l'evento, rigorosamente in divisa originale da cerimonia, con una parata militare e l'esplosione di tradizionali colpi a salve, dopo un toccante "Il Silenzio" eseguito alla tromba.
Data la scarsa conoscenza della lingua italiana degli ospiti canadesi, si è dimostrata fondamentale l’opera di Alessandro Gualtieri, grazie al quale dai primi contatti con il Canada si e’ messa in moto la ricerca. Alessandro Gualtieri sin da sabato 1 settembre si e' occupato di assistere i pronipoti di nonno Rulli durante il loro breve soggiorno ad Asiago, accompagnarli in una visita guidata al Sacrario Leiten, offrire servizi di traduzione simultanea durante tutte le cerimonie e gli incontri ufficiali, nonche' organizzare una visita sui luoghi che videro il loro antenato colpito a morte in prima linea nell’estate del 1916 .
E' stato dunque possibile compiere un viaggio a ritroso nel tempo, tra le trincee del Monte Rasta, dell’Ossario Leiten ove riposano migliaia di soldati della Grande Guerra, ed il Museo di Canove, esaustiva collezione storica di quanto il conflitto ha lasciato sui 7 Comuni.
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La cronaca dell'evento
(di Giovanni dalle Fusine)
Gli occhi pieni di commozione di Dan Rulli sono stati il premio più bello, una soddisfazione che ha premiato tutti coloro che hanno reso possibile la cerimonia dedicata al fante del 125° reggimento , caduto nel 1916 sul monte Rasta. Domenica mattina c’erano numerose autorità davanti al museo di Canove, storici e giornalisti, presidenti delle varie associazioni combattentistiche e rappresentanti degli enti pubblici locali, tutti hanno voluto spendere qualche parola, discorsi per nulla retorici dettati dalla circostanza, ma considerazioni profonde sul sacrificio umano che si è compiuto tra queste montagne. Ne è scaturita una manifestazione scevra di enfasi, con protagonista unico il ricordo. “Un popolo senza memoria non ha futuro – ha esordito il presidente della Sezione Fanti Marco Ambrosini – per questa ragione è fondamentale ricordare i caduti. Se una parte del nostro presente sarà dedicata alle gesta di chi ci ha preceduto, allora potremo affermare che il contributo di sangue di tanti soldati non è andato perduto. È un obbligo che abbiamo quello di trasmettere ai posteri la storia spesse volte non scritta sui libri, fatta di vite spezzate, e purtroppo legata solo al dolore dei famigliari colpiti negli affetti”.
È certo che quando i due nipoti sono partiti dal Canada alla volta dell’Italia, non pensavano di trovare tanta gente pronta ad accoglierli. La macchina messa in moto da Alessandro Gualtieri con la collaborazione del Giornale Altopiano è stata perfetta al punto da stupire i due pescaresi emigrati oltre oceano alcuni decenni fa. Ancora una volta a far la differenza è stato lo spirito che unisce il Corpo degli Alpini. L’ANA di Canove ha aperto generosamente le porte della propria sede per un simpatico rancio, e la cerimonia di commemorazione si è trasformata in festa, con i figuranti in divisa d’epoca della 145a compagnia – battaglione Sette Comuni, dopo aver sparato le salve di rito, seduti gomito a gomito con il curatore del Museo Romano Canalia, trombettiere ed assessori tutti stretti attorno a Dan e Bonnie in un unico abbraccio di gratitudine. La giornata dedicata alla “memoria” è proseguita con la visita al Museo della Grande Guerra, per poi culminare con un doveroso momento di raccoglimento sul monte Rasta, tra le trincee che videro gli ultimi momenti di vita del caporale pescarese. A sera Dan Rulli ha avuto parole di elogio per tutti coloro che hanno contribuito alla manifestazione. “Conserverò nel cuore queste ore passate sulla vostra bellissima terra – ha detto – la gente meravigliosa che mi ha dato tanto, per una cosa che non ho fatto io ma un mio antenato. Torno in Canada felice per aver ricevuto il calore della gente di montagna e aver visto i luoghi ove mio nonno combatté e cadde. Grazie Canove, grazie Altopiano”.
Per la sincera amicizia e la preziosa collaborazione fornita per l'organizzazione e lo svolgimento dell'evento, si ringraziano sentitamente:
Giovanni dalle Fusine, Valerio Burattin, Alberto Zanca, Roberto Tortora, Marco Ambrosini, Col. Stefano Bassett, Romano Canalia,
Oscar Barcella, Ivano Frigo, Vittorino Frigo, Eugenio Legora , Cristina Spagliardi,
Cesare Spagliardi, Ivana Bernardelli, Franco Goi, Sonia Bossi, Mario Battaglino
e tutti gli Amici Alpini di Canove, dell'Altopiano di Asiago, di Padova e dei centri fuori provincia. |
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COME SI RICERCANO LE GESTA DI UN SOLDATO CADUTO
Nome, cognome e qualche data, parte così la ricerca di un soldato di fanteria caduto sull’Altopiano dei Sette Comuni. Un destino purtroppo ricorrente per migliaia di fanti e alpini, colpiti a morte durante i lunghi mesi trascorsi a difesa delle trincee, o negli orribili assalti all’arma bianca per la conquista di una postazione nemica, ignare pedine delle discussioni strategiche degli alti comandi, dove la variabile da considerare non era certo la quantità di truppa sacrificabile per raggiungere l’obiettivo.
Domenico Antonio Rulli, era nato il 22 marzo 1886 a Roccamorice, caporale del 125° Reggimento Fanteria Distretto Militare di Chieti. Oggi, dal Canada dove la famiglia Rulli è emigrata, sono i nipoti Bonnie e Dan a tentare di approfondire la storia che ha visto il nonno protagonista col suo reparto sulle alture che sovrastano la piana di Asiago.
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LA BRIGATA "SPEZIA"
Il 125° reggimento della brigata "Spezia" festeggia la battaglia di Zagora dove si guadagna la Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Decorato di Ordine Militare d'Italia ed una Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Costituito nel marzo 1915 si scioglie il 13 maggio 1943 in Tunisia. Il suo Motto:"Come aquila artiglio" |
Grazie ad internet i parenti contattano Alessandro Gualtieri, appassionato storico e autore del sito www.lagrandeguerra.net, questi coinvolge amici e collaboratori. Lo scopo è raccogliere il maggior numero di notizie su Rulli e il suo reparto. Troppo facile sarebbe risultato trovare il suo nome tra i caduti tumulati nel grande Sacrario asiaghese, infatti nessun Rulli è tra i migliaia di nomi che rappresentano quasi una intera generazione di giovani nati alla fine dell’800.
Scopriamo comunque che il 125° Fanteria apparteneva alla Brigata “Spezia”, al collo della divisa i soldati portavano mostrine azzurre/blu. Costituito il 1° marzo 1915 con elementi della cosiddetta Milizia Mobile, cioè militari anziani richiamati a prestar servizio nonostante l’avvenuto congedo. Rulli è del 1886, nel ‘15 ha quasi 30 anni, un “veterano” dunque, che salva la ghirba nel settore dell’Isonzo e della Bainsizza. Nel maggio del 1916 il Reggimento è inviato sull’Altopiano. È a questo punto che abbiamo chiesto la collaborazione del presidente asiaghese dei Fanti Marco Ambrosini, e dei coniugi Rigoni Marchetti, quest’ultimi ben informati in materia di lapidi e monumenti commemorativi sparsi sul territorio. Già sappiamo che il fante è morto in azione l’11 luglio dello stesso anno, (“alle pendici del monte Interrotto”), quindi con ogni probabilità sul monte Rasta. A Strafexpedition terminata, la spallata austroungarica si arresta, le truppe imperiali ha intravisto la Pianura padana solo da lontano, ricomincia l’estenuante guerra di posizione.
Importante risulta la segnalazione di Marco Ambrosini che porta sul tavolo delle ricerche il diario/cronaca del tenente Italo Maffei, "Pagine di guerra". Molti capitoli trattano azioni svolte sulle trincee del monte Rasta, occupato dal 125° Regg. Fanteria di cui Maffei era un valido e stimato ufficiale. Vi si leggono situazioni tragiche vissute dal reparto di Rulli, pur non essendo il nostro caporale citato, il testo rappresenta un documento preziosissimo per i suoi famigliari canadesi.
I coniugi Rigoni Marchetti, informano che non risulta segnato sulle mappe dell’epoca alcun cimitero di guerra sul Rasta, quindi se si esclude una sommaria sepoltura del Rulli, si può pensare che la sua salma sia stata inumata sul Mosciagh, oppure assieme a centinaia di altri italiani trasportati dietro le prime linee, presso le fosse comuni di Monterovere. “Le riesumazioni volte a raggruppare le salme al sacrario del Leiten – dice Maria Grazia Rigoni – potrebbero aver fatto il danno maggiore, causando la perdita della piastrina di riconoscimento del caduto." Non dimentichiamo poi " Strafexpedion" di Enrico Acerbi, dove dalla Relazione Ufficiale Austriaca si evince che il numero dei morti italiani era tale che, una volta assestati sulle linee difensive, si ritenne indispensabile bruciare i corpi con ogni espediente, legna o liquidi infiammabili, per limitare almeno in parte l’odore nauseabondo - soluzione triste e irriverente, ma necessaria”.
(tratto da un articolo di Giovanni dalle Fusine) |
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Questa ricerca storica e' stata realizzata da:
Centro Studi Informatico La Grande Guerra
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